Cuore di rabbia, Marina Visentin, SEM
Un vecchio caso irrisolto e nuovi killer da arrestare. Questo l'impianto di Cuore di rabbia di Marina Visentin, libro pubblicato da Sem editore. La storia è un intricato thriller che si muove tra presente e passato con protagonista la vice-questore Giulia Ferro. Tornata a vivere a Milano, un luogo con il quale ha sempre avuto un complicato rapporto di amore e odio, la Ferro si trova di fronte a dover risolvere un nuovo mistero. Si scoprirà che Giulia si era allontanata dalla città per lasciarsi alle spalle un evento tragico. Il ritorno nel capoluogo lombardo le mostra una città nuova, dove gli omicidi, purtroppo, non sono affatto scemati.
Milano, infatti, la accoglie subito con un cadavere di donna mezzo bruciacchiato e con la testa mozza. I sospetti si soffermano inizialmente sulla famiglia dell’anziana vittima, una vedova benestante, e su chi le stava attorno e frequentava la famiglia.
Il drammatico evento desta un certo scalpore poiché la donna assassinata è la suocera di un assessore regionale, noto per la sua fluidità nel passare da un partito all’altro.
Trovare l’assassino sarà un percorso complesso, ma la vicenda si complica ancora di più quando la protagonista comincia a entrare in crisi, perché alcuni fatti che hanno turbato la sua giovinezza tornano a riproporsi. Si tratta del tormento costante relativo alla morte di Letizia, una cara e giovane amica il cui cadavere venne ritrovato carbonizzato in una villa sul lago Maggiore. Il delitto rimase a suo tempo irrisolto e non trovando pace la Ferro decide di mettersi in pista per ricostruire ogni singolo momento che ha portato alla morte della cara amica.
Nel thriller Cuore di rabbia il lettore segue la protagonista su due piani: quello pubblico, con l’incarico ufficiale circa l’assassino dell’anziana vedova, e quello privato nel quale Giulia lavora per una questione personale, volendo a tutti i costi capire da chi e per quale ragione Lucrezia fosse stata assassinata alle soglie del matrimonio.
Le azioni si svolgono tra Milano, il lago Maggiore e quello d’Orta, luoghi noti alla Ferro e dei quali lei stessa conserva molti ricordi. Tanti sono i colpi di scena, tante le prove, gli indizi trovati nel corso delle indagini che portano a un inaspettato finale, che sorprende mentre ci spinge anche a riflettere.
Disponibile su la nuova indagine di Giulia Ferro, Gli occhi della notte, Marina Visentin, SEM
Quali sono i tratti dell'investigatrice protagonista, Giulia Ferro, che possono suscitare nei lettori e nelle lettrici un processo di identificazione?
Penso che in Giulia Ferro sia facile identificarsi nonostante le punte aguzze che lei spesso mostra al mondo, le asprezze del suo carattere, le fessure dove sembrano raccogliersi solo rabbia e malinconia.
È facile identificarsi perché le sue ferite sono (o possono essere) le nostre, e cominceranno a guarire solo il giorno in cui impareremo che si diventa forti proprio a partire dalla consapevolezza della nostra infinita fragilità.
Marina Visentin
La banda dei colpevoli, Sarah Savioli, Feltrinelli
La banda dei colpevoli, terza indagine per Anna Melissari, si apre con la protagonista che, a causa di un viaggio di lavoro in Islanda del marito Alessandro, si ritrova sulle spalle tutto il peso della gestione familiare. Il piccolo Luca accusa malesseri “scolastici”, il padre ha bisogno di essere seguito nelle terapie e la sorella è alle prese con una casa completamente da arredare. Una giovane donna si rivolge all’agenzia di Cantoni perché c’è qualcosa nella morte di un’amata zia, apparentemente deceduta durante una rapina in casa, che non la convince. Secondo le forze dell’ordine l’assassinio è imputabile a una banda di rapinatori che agisce nei quartieri più eleganti della città. L’indagine di Anna e i suoi soci, Tonino, Cantoni e l'alano Otto, porterà invece a scavare nel passato della famiglia, tra rancori, sospetti, invidie e vendette. Ad aiutare Anna e i suoi soci ci sarà come al solito il nutrito gruppo di animali che i protagonisti incontrano via via durante l’indagine. Animali che Savioli tratta alla pari degli altri protagonisti, non umanizzandoli, ma dando loro dignità e carattere di veri e propri personaggi.
Anna ha un particolare dono di connessione con gli animali, senza alcuna presunzione di superiorità umana, consapevole di avere a che fare con degli esseri senzienti e in grado di rispondere con la loro particolare comunicatività. Anna, per esempio, parla con il gatto anche dell’educazione del figlio, mentre alle sue spalle il ficus è in preda a una crisi adolescenziale. Questa bizzarra, ma mai scontata galleria, annovera tra gli altri: una gatta pacifista, vegana e dedita all’aiuto dei topi bisognosi; alcune pantegane gangsta di fogna disponibili a trattare la pace con delle gazze; un topo di fogna cittadino ben educato e rispettoso. Un punto di vista, quello degli animali, che ribalta lo sguardo antropocentrico sul mondo e sui comportamenti umani, regalando nuove chiavi di lettura dei fatti. Con la sua tipica e straordinaria felicità di scrittura, Sarah Savioli ci guida dentro a questa nuova indagine di Anna Melissari e ci delizia con l’idea della possibilità di comunicazione profonda e vitale tra esseri non sempre e solo umani.
Altre indagini di Anna Melissari
Gli insospettabili, Feltrinelli
Il testimone chiave, Feltrinelli
Disponibile su I Selvatici, Feltrinelli
L’autrice risponde ai nostri lettori
Quali sono i tratti dell'investigatrice protagonista, Anna Melissari, che possono suscitare nei lettori e nelle lettrici un processo di identificazione?
Anna è stramba, a suo modo simpatica, severa con se stessa tanto da essere sempre pronta a mettere in discussione le sue idee e ammettere i suoi errori.
Quello che però credo la faccia sentire vicina e sorella, è che è anche una persona in affanno e con un perenne senso di inadeguatezza.
Come molte di noi, si trova in quella fase della vita nella quale i figli sono piccoli e i genitori avanti in età e talvolta con salute precaria. In più lei è il riferimento univoco per tutta una serie di dinamiche famigliari e ha un marito collaborativo, ma nel senso che la “aiuta” e dunque la situazione fra loro due, nonostante l’impegno di entrambi, resta ancora molto lontana da quella che prevederebbe un’equa spartizione dei compiti.
In tutto questo marasma, nella vita di Anna si innesta il suo lavoro, quello che ama, che apre un fronte di realizzazione personale e che però è perennemente in contrasto con tutto il resto di esigenze altrui e impegni famigliari ai quali lei si sente in dovere di far fronte.
Anna è sempre in bilico, ma trova la forza di andare avanti, rifiutare le etichette piatte che la rinchiudono di volta in volta nei ruoli idealizzati di mamma/moglie/figlia/sorella/professionista e rivendica la sua tridimensionalità come persona complessa e che in sé ha sempre tutte queste identità e molte altre che esistono anche se il mondo non vorrebbe avessero asilo.
Anna resiste e lo fa perché, per citare il meraviglioso titolo di un libro di Stefano Benni, in questa vita assurda e troppe volte schiacciante è una “comica spaventata guerriera”. Come tutti noi.
Sarah Savioli