1 dicembre: Giornata mondiale contro l'Aids

Dal 1988 ogni anno, il 1° dicembre, si ripete la Giornata mondiale contro l'Aids, istituita dall'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per sensibilizzare alla tematica.

 

Le biblioteche civiche consigliano
(Agg. 2024)

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paura_ferisce_come_un_coltello_arrugginito.jpgLa paura ferisce come un coltello arrugginito, Scomazzon, Giulia 
In questo memoir lucido e intenso, Giulia Scomazzon vuole superare la paura per cercare la verità sulla madre Roberta, morta giovanissima nel 1994. Giulia allora aveva sette anni, e per lungo tempo le venne nascosta la causa del decesso di Roberta. Perché la società condannava con la vergogna e lo stigma: Roberta era infatti morta di AIDS, aveva contratto la malattia nel periodo limitato in cui aveva fatto uso di droga. Ancora oggi viene negata una memoria dignitosa e compassionevole a migliaia di persone che furono, spesso solo per un periodo della loro vita, "tossicodipendenti" e morirono di quella malattia all'epoca incurabile. La figlia Giulia, con coraggio ostinato, lavora sulla memoria individuale e collettiva per ricostruire un'immagine vera e completa della madre, la Roberta affettuosa e gentile che lavorava in fabbrica e preparava torte, la Roberta che si ammalava sempre di più. Nel farlo interroga il padre, Andrea, che per molti anni ha cercato a suo modo di proteggerla, di tenerla distante da un passato doloroso. 
 

ti_prometto_il_giro_del_mondo.jpgTi prometto il giro del mondoBo, Fabio
L’amore tra Thomas e Fabrizio negli anni Novanta. Tre momenti, tre stagioni della loro esistenza e tre luoghi: Friburgo claustrofobica e invernale, la Parigi della flânerie a primavera e la Sardegna edonista in piena estate. Un viaggio nella vita di una coppia segnata dall’incontro con Emilio e Dario, conosciuti in circostanze dolorose e i cui destini si incroceranno quasi per caso. Ti prometto il giro del mondo è un giallo dei sentimenti che affronta temi quali l’Hiv, la depressione, la paura di amare e soprattutto di perdersi. Una nuova consapevolezza restituirà a Thomas e Fabrizio l’autenticità, al riparo dai fantasmi del passato?
 

 

pillole_blu_0_0_0.jpgPillole blu, Frederik Peeters
Fred incontra Cati e se ne innamora. Cati è sieropositiva, come lo è suo figlio. Storia autobiografica della rieducazione sentimentale di una coppia che rifiuta di sentirsi “handicappata dell’amore”, Pillole blu è uno dei libri più toccanti di Frederik Peeters, il più personale. Questa nuova edizione contiene una storia inedita, una riflessione a dodici anni di distanza dal racconto originale, per raccontare un amore sempre più forte, nonostante le avversità.

 

strage_silenziosa_ebook_0.jpgLa strage silenziosa. Come l'Africa ha rischiato di morire di AIDS e come si è invertita la rotta, Roberto Morozzo Della Rocca
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Vent'anni fa l'AIDS ha messo a rischio la sopravvivenza di un intero continente nell'indifferenza delle maggiori istituzioni internazionali. Dal 1996 le cure per l'AIDS, in Occidente, esistevano. E si poteva sopravvivere in buona salute. All'Africa invece le terapie erano negate, sebbene in quell'area i malati si contassero a milioni e non a migliaia come nei paesi ricchi. Perché questo doppio standard? Si dubitava della capacità degli africani di assumere regolarmente le medicine; le fragili sanità pubbliche africane erano considerate inefficienti; i costosi farmaci antiretrovirali contro l'AIDS, che in Occidente salvavano vite, apparivano un lusso (senza però che i corrispettivi farmaci generici, a basso costo, fossero presi in considerazione, per tutelare gli interessi delle multinazionali farmaceutiche). Dominava insomma un afro-pessimismo: curare i malati di AIDS nelle regioni subsahariane veniva giudicato una perdita di tempo e denaro. E intanto, la durata media della vita crollava e le economie collassavano. Malgrado gli sforzi di figure come Kofi Annan, Stephen Lewis, Jeffrey Sachs e di tanti medici e volontari sul campo, l'opzione terapeutica si sarebbe affermata in Africa lentamente. L'accesso universale alle terapie sarebbe stato convenuto a livello internazionale soltanto intorno al 2015. La storia di come si è invertita la rotta nel nome della necessità di salvare il numero più alto possibile di vite è una lezione esemplare che ci può aiutare ad affrontare meglio il presente.

secondo_le_regole_0.jpgSecondo le regole, Edoardo Maspero
«Sono le cose che non ci sono capitate, le migliori che ci sono successe?» Stefano e Giulia si riabbracciano dopo mesi di separazione: lei è di ritorno da un Erasmus in Spagna, dove l'ha tradito rimanendo incinta, lui ha contratto l'Hiv durante la sua assenza. Nessuno dei due intende svelare il proprio segreto ed entrambi cercano di apparire integri agli occhi dell'altro. Terrorizzato dall'ansia del giudizio, Stefano confeziona – in un vortice d'angoscia sempre più paranoico – un terribile alibi mentale che potrebbe scagionarlo dall'irrimediabile incidente. Eliana, una escort di lusso, è innamorata di Claudio, un suo cliente che lavora per Coniglio, il capo di una potente organizzazione criminale che offre un nuovo servizio: la consegna di ragazze di cui abusare che della violenza non conserveranno alcun ricordo. Continuando a tacere la sua gravidanza, Giulia cerca disperatamente una via d'uscita, mentre Stefano si mette sulle tracce di Eliana, dalla quale sospetta di essere stato contagiato. Nel frattempo, a Claudio viene affidato un compito così aberrante da far vacillare la fedeltà e la dedizione con le quali ha sempre obbedito agli ordini. Sullo sfondo di una Milano che sotto la scintillante facciata glamour nasconde un'anima nera e corrotta, le strade dei protagonisti si incrociano, mentre in un'escalation inesorabile le loro vite vanno in pezzi: squarciato il velo di finzione e impostura che li avvolge, saranno messe a nudo verità inconfessabili.

cura_inaspettata_ebook_0.jpgLa cura inaspettata. L'HIV da peste del secolo a farmaco di precisione, Alessandro Aiuti, Annamaria Zaccheddu
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Per molto tempo l'HIV è stato considerato un nemico invincibile. Oggi non solo esiste una cura che permette alle persone sieropositive di vivere una vita normale, ma i ricercatori sono anche riusciti a sfruttare le caratteristiche di questo virus per trasformarlo in un farmaco di precisione. Da malattia a cura, grazie anche al contributo di due medici e scienziati italiani, padre e figlio.
Fernando Aiuti è stato uno dei primi in Italia a occuparsi di AIDS, tanto dal punto di vista medico e scientifico quanto nella lotta allo stigma che circondava i malati. Suo figlio Alessandro ne ha poi raccolto il testimone, diventando un ricercatore di frontiera nel campo della terapia genica e sfruttando una versione "riveduta e corretta" dell'HIV per riscrivere la storia delle malattie genetiche.
Attraverso i loro punti di vista, La cura inaspettata ricostruisce quarant'anni di ricerca sull'HIV: dalla sua identificazione alla scoperta dei farmaci antiretrovirali, dall'utilizzo di una versione "innocua" del virus nella terapia genica alle questioni ancora aperte in termini scientifici e di accesso alle terapie. Il tutto attraverso le storie di personaggi famosi che hanno segnato l'immaginario collettivo - da Freddie Mercury a Rudolf Nureyev - e le testimonianze originali di ricercatori, medici, pazienti, organizzazioni e associazioni.
Un racconto appassionante, che mette in risalto il potere della ricerca scientifica nell'offrire soluzioni sorprendenti, il ruolo di personaggi famosi e mezzi di informazione nell'influenzare l'opinione pubblica anche in ambito sanitario, la diffusione di fake news, l'emergere di sedicenti terapie alternative, il negazionismo, l'importanza della relazione umana tra medici e pazienti.
Ne risulta una bellissima storia di scienza e di famiglia, che rivela come la ricerca italiana abbia avuto un ruolo cruciale nel trasformare il responsabile della "peste del secolo" in un farmaco salvavita.

aids_cop.jpgAIDS. Breve storia di una malattia che ha cambiato il mondo, Cristiana Pulcinelli (2017)
Il suo ingresso sul palcoscenico del mondo avvenne all'inizio degli anni Ottanta del secolo scorso negli Stati Uniti. Eppure l’AIDS esisteva già da almeno settant'anni, relegato in alcune zone dell’Africa. E così è dall'Africa che parte questo racconto di grandi tragedie, di grandi speranze e di un enorme cambiamento nella nostra società. Perché l’AIDS non è solo l’epidemia che ha causato ad oggi nel mondo 70 milioni di contagiati e oltre 35 milioni di morti, che ha cancellato anni di liberazione sessuale e ridato vigore alla paura del diverso. È anche la malattia che ha indotto clamorosi avanzamenti delle conoscenze scientifiche, la nascita dell’attivismo dei pazienti e, qualche volta, la vittoria della solidarietà sui profitti.

 

balle_mortali_ebook_0.jpgBalle mortali. Meglio vivere con la scienza che morire coi ciarlatani, Roberto Burioni
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"Le bugie, si dice, hanno le gambe corte. Ma quando riguardano la salute corrono abbastanza velocemente da raggiungere chi le crede e ucciderlo."
In questo libro, Roberto Burioni esamina da vicino una serie insieme tragica e grottesca di bufale pericolose, anzi di balle mortali che ci mettono davanti agli occhi i rischi di affidarci ai ciarlatani invece che ai dati certi, alle prove sperimentali, al metodo scientifico della medicina. Un bambino muore per un'otite curata con l'omeopatia invece che con antibiotici; una donna soccombe a un linfoma perché invece che a un oncologo si affida alla Nuova Medicina Germanica; una ragazzina non si risveglia da un coma diabetico perché i genitori ascoltano chi consiglia di somministrarle vitamine anziché insulina.
Le promesse non mantenute di Stamina e del metodo Di Bella - due tra le pagine più buie della storia recente del nostro Paese - ricordano quelle alimentate, decenni prima, dal segreto "siero" anticancro di Liborio Bonifacio, ricavato in realtà da escrementi di capra. E sono centinaia di migliaia, nel mondo, le vittime delle sciocchezze divulgate dai negazionisti per i quali non è il virus HIV a causare l'AIDS. Cosa possiamo fare per difendere la nostra salute, quella dei nostri cari e dell'intera comunità dai danni prodotti dalle balle mortali? Dobbiamo difendere prima di tutto la ragione e la scienza, cioè quel metodo che da secoli ha permesso alla medicina di vincere malattie un tempo incurabili e aumentare non solo la durata ma anche la qualità della nostra vita; quel metodo oggi sotto attacco da parte della disinformazione e del nuovo oscurantismo in cui proliferano i ciarlatani. In campo medico, le fake news possono uccidere, ed è un dovere civico smascherarle.

danza_peste_cop.jpg La danza della peste: storia dell'umanità attraverso le malattie infettive, Charles Kenny (2021)
Non è una frase fatta: la storia ci aiuta a capire il presente. La storia della nostra salute in particolare è capace di spiegare quello che viviamo oggi durante una pandemia, ma anche la nostra cultura, la politica, l’economia e gli equilibri e i disequilibri di questo mondo. Il libro di Charles Kenny appena uscito in Italia per Bollati Boringhieri poggia sulla sensata ambizione di spiegarlo in sole duecento pagine. E ci riesce in maniera così convincente che alla fine della lettura si torna all’annosa domanda (annosa per chi si occupa di scienza e queste cose le ha già lette in altri libri, nemmeno tanto recenti, come il monumentale “La peste nella storia”, che è arrivato in Italia nel 1981) perché le grandi trattazioni storiche ignorino l’importanza delle infezioni, perché confinino la
salute a questione secondaria rispetto alle guerre e agli intrecci dinastici. Mica peraltro: fino a qualche decennio fa la maggior parte degli umani moriva di quelle, e moriva anche molto presto. Come si può pensare che questo non condizioni tutto il resto? Charles Kenny, storico ed esperto di economia, per spiegarsi inventa un’immagine: la “danza della peste”, laddove per peste si intende genericamente la malattia infettiva che si propaga per ondate epidemiche. Cioè una danza che investe l’umanità a più riprese, imponendo il suo ritmo alla crescita umana, da sempre e per sempre, senza risparmiare nessun angolo della Terra e della storia nemmeno quello in cui viviamo adesso. Perché, per quanto la scienza abbia fatto tantissimo, nell’ultimo secolo ha eradicato molte meno malattie di quante non ne siano nate, nuove di zecca, pronte a colpirci.

se_hai_sofferto_puoi_capire_ebook_0_0.jpgSe hai sofferto puoi capire, Francesco Casolo, Giovanni F.
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"Sì, ora ve lo dico, ma promettetemi che andrete avanti a leggere. Non fate scherzi. L'ho saputo da poco pure io, me l'ha detto mia mamma, perché è capitato, ma com'è andata lo leggerete più avanti. Dopo ha voluto parlarmi la psicologa e anche la dottoressa che mi conosce da quando sono nato (è parecchio seria la dottoressa ma anche parecchio simpatica e gentile). Mi chiamo Giovanni ho dodici anni (quasi tredici) e sono nato con l'Hiv. Non lo sa nessuno, a scuola, alla polisportiva, all'oratorio, ma ho un gruppo di amici che lo sanno eccome e mi hanno istruito come in una piccola confraternita  (sì, Star Wars l'ho visto tutto). Poi c'è mia mamma (mi vergogno un po' a dirlo ma sono sincero: amo mia mamma! wow, l'ho detto), mio papà che gli voglio bene anche se è impossibile batterlo a Fifa con la PlayStation (accidenti!), mia zia supercreativa e un po' scombinata (adesso si offende, lo so!) che mi porta a teatro e allo yoga della risata. Ho un desiderio e mi hanno detto che questo libro potrebbe aiutarmi a realizzarlo: vorrei parlare della mia malattia perché il silenzio mi fa sentire un po' solo (e a me la solitudine proprio non piace) e perché può aiutare anche chi non ce l'ha a non prendersela (questo me l'ha detto la dottoressa, eh). Allora buona lettura" Giovanni.
 "Mi hanno detto che non devo aver paura perché non cambierà nulla, ma ora che lo so devo fare attenzione, non devo dirlo a nessuno, perché la mia malattia spaventa più quelli che non ce l'hanno che quelli che ce l'hanno."
 Giovanni F., 12 anni

febbre_cop.jpgFebbre, Jonathan Bazzi (2019)
Febbre di Jonathan Bazzi è un romanzo che testimonia un presente che è già futuro prossimo. Questa è una storia del tempo nuovo: perché il fuoco è sorprendentemente altrove rispetto a dove è stato messo fin qui da letteratura e senso comune. Esula dai giudizi e sposta il baricentro sull’accettazione delle fragilità. Una lingua contaminata – la lingua di una periferia dove si parla un pidgin febbrile di milanese, napoletano, pugliese e siciliano – a tratti interrotta, a tratti fluida, distorce, denuncia, svela, innalza e abbassa la soglia della gioia. Così il protagonista, creatura in divenire, non cerca un’identità, o almeno non nelle categorie esistenti, ma ne inventa una sua personale in cui si ama su internet (“usatemi per studiare il cuore del nuovo millennio, quello che prima s’innamora e poi ti vede in faccia”), in cui si può essere tutto, felicemente tutto: colto, balbuziente, emotivo, gay, ironico e anche sieropositivo. L’Orlando di Virginia Woolf qui si condensa, e trova realizzazione in pochi anni. Non servono più secoli.(Teresa Ciabatti)
 

faro_di_blackdale.jpgIl faro di blackwater, Colm Tóibín
Nell’Irlanda degli anni Novanta, tre donne – Dora Devereux, sua figlia Lily e la figlia di quest’ultima, Helen – raggiungono, dopo anni di conflitti, risentimento e silenzi, una pace incerta e fragile. Occasione dell’inaspettata riunione che le porterà a vivere sotto lo stesso tetto, anche se per un breve periodo, è la malattia di Declan, l’adorato fratello di Helen. Declan, malato grave di Aids, chiede di poter trascorrere alcuni giorni nella casa della nonna materna – arroccata alla scogliera e luogo idealizzato dell’infanzia e del ricordo – assieme, oltre alla nonna, alla madre, alla sorella, a due cari amici. I sei personaggi, di generazioni e credo diversi, sono così costretti a una convivenza che si trasformerà presto in un viaggio della memoria e in un’avventura della conoscenza sia della propria identità che di quella degli altri. Il faro di Blackwater è un romanzo bellissimo e struggente che ha ricevuto consensi entusiastici in tutto il mondo e ha consacrato Tóibín tra i migliori narratori irlandesi.

 

Per ragazzi

promettimi_che_ci_sarai_cop.jpgPromettimi che ci sarai, Carol Rifka Brunt
Quando hai quattordici anni, il tuo cuore è un luogo oscuro, un labirinto di sentimenti che non sai decifrare. Timida, goffa e sognatrice, June è a disagio tra i coetanei. Preferisce rifugiarsi nel bosco dietro la scuola, con ampie gonne e strambi stivali, fingendo di essere stata catapultata a New York dal Medioevo, l’epoca in cui sarebbe potuta diventare un falconiere. Sarebbe bello riuscire a richiamare a sé, proprio come creature alate, le persone che non ci sono più. Come lo zio Finn: grande pittore e migliore amico di June, l’unico in grado di capirla, strappato troppo presto alla vita da una malattia di cui in famiglia è proibito parlare. Un giorno, June riceve un pacco misterioso. All’interno c’è la teiera preferita di Finn, accompagnata da una lettera firmata da un certo Toby: l’uomo che nessuno, al funerale dello zio, ha osato avvicinare. E che ora chiede proprio a lei di incontrarlo in segreto. June dovrà fare i conti con la paura e la gelosia prima di accettare il fatto di non essere stata l’unica persona speciale nella vita dello zio. E prima di aprirsi a un’amicizia che potrebbe aiutare sia lei che Toby a colmare quel grande vuoto. Dopotutto, era quello che avrebbe voluto Finn: fare incontrare le persone che più aveva amato, unirle come in un’unica cornice affinché si prendessero cura l’una dell’altra. Ecco il suo ultimo desiderio, ecco il suo più grande  capolavoro. Una storia indimenticabile. Come certi amori cui non possiamo opporci. Come quelle persone che continuano a vivere nel nostro cuore anche quando non le abbiamo più accanto.

Giornata mondiale contro l'AIDS

aids_fiocco_rosso.jpg Malattia riconosciuta per la prima volta a livello scientifico nel 1981, l’AIDS attacca le cellule del sistema immunitario compromettendo la capacità del corpo umano di combattere le malattie. E’ causata dal virus dell'immunodeficienza umana (HIV). Ancora oggi, a quarant’anni dai primi studi e dopo 35 milioni di morti, non esistono farmaci che permettano di guarire dalla malattia. Esistono trattamenti per l'HIV/AIDS che possono rallentare la malattia, ma sono costosi e non disponibili in tutti i paesi. A causa della difficoltà nel trattamento delle infezioni da HIV, la prevenzione è quindi un obiettivo chiave per il controllo dell'AIDS. La prevenzione però è spesso difficile, perchè Il contagio è stato associato fin dalle origini a comportamenti etichettati come trasgressivi (promiscuità sessuale, omosessualità, consumo di droghe) e quindi si porta addosso molti stigmi e pregiudizi. Questi pregiudizi immotivati ne condizionano lo screening e la gestione terapeutica, limitando i diritti e lo stile di vita delle persone interessate direttamente o indirettamente dall’infezione. Il nastro rosso è il simbolo mondiale della solidarietà verso le persone sieropositive e quelle che convivono con l'AIDS

In questa pagina del Ministero della Salute potete trovare molte notizie a riguardo di HIV e AIDS.

Ulteriori informazioni anche in questa pagina dell’Istituto superiore di Sanità.
Per la comunicazione online si possono guardare il Sito Web Uniti contro l’AIDS e il canale YouTube uniticontrolaids.