Fotografare è riconoscere nello stesso istante e in una frazione di secondo un evento e il rigoroso assetto delle forme percepite con lo sguardo che esprimono e significano tale evento. È porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore. È un modo di vivere.
Henri Cartier-Bresson
Il 3 agosto 2024 ricorre il ventesimo anniversario della scomparsa di Henri Cartier-Bresson (Chanteloup-en-Brie, 22 agosto 1908 – Montjustin, 3 agosto 2004), lo straordinario fotografo francese noto per il suo stile unico, definito il pioniere del fotogiornalismo.
Henri Cartier-Bresson è conosciuto soprattutto per aver creato il concetto di "momento decisivo" (Images à la sauvette), che si riferisce a quell'istante unico e irripetibile in cui catturare una fotografia perfetta. Le sue immagini sono famose per la loro capacità di raccontare storie e catturare emozioni in modo spontaneo e autentico.
Cartier-Bresson ha contribuito a diffondere la fotografia di stampo surrealista, ispirata a Eugène Atget, offrendola alla vista di un pubblico più ampio. È ricordato anche per essere stato uno degli esponenti principali della Fotografia Umanista, una corrente fotografica europea, ma prevalentemente francese, che poneva al centro delle proprie ricerche l'essere umano inserito nei suoi vari contesti sociali, catturando con il suo obiettivo le sfumature dell'esperienza umana in tutto il mondo.
Con le sue fotocamere Leica, da lui apprezzate per la versatilità e la discrezione, Cartier-Bresson poteva scattare velocemente e senza farsi notare, catturando i soggetti nella loro naturale mobilità. Prediligendo il bianco e nero, aggiungeva un elemento di “astrazione” emotiva, capace di mettere in risalto forma e sostanza.
Le sue fotografie continuano ad essere fonte di ispirazione per molti, sia professionisti che appassionati, e il suo stile rimane un punto di riferimento nel mondo della fotografia.
L'immaginario dal vero, Henri Cartier-Bresson
IL SOGGETTO: "Il soggetto come possiamo negarlo? S'impone. E poiché ci sono soggetti in tutto quel che succede al mondo, come nel nostro più intimo universo, basta essere lucidi di fronte a quello che succede e onesti nei confronti delle reazioni che si producono in noi. Situarsi insomma in rapporto a quel che si percepisce (...) In fotografia la cosa più insignificante può diventare un grande soggetto, un trascurabile dettaglio umano divenire il motivo conduttore. Noi fotografi, vediamo e facciamo vedere in una sorta di testimonianza il mondo che ci circonda ed è l'avvenimento, per la funzione che gli è propria, a provocare il ritmo organico delle forme."
In questo libro Jean-David Morvan e Sylvain Savoia ridanno vita al giovane Cartier-Bresson durante la sua prigionia nello stalag V, da cui riuscirà a fuggire per poi fare ritorno da testimone. Seguiamo Cartier-Bresson nella guerra che vedrà quel giovane fotoreporter, ammaliato negli anni Trenta dalla macchina fotografica, diventare un grande protagonista del Novecento. Un uomo dallo sguardo sempre in movimento. Le 90 pagine di graphic novel sono corredate da un portfolio di immagini di Henri Cartier-Bresson e da un dossier di Thomas Tode, regista di documentari e ricercatore (Fonte: editore).