Alice Munro
È morta a 92 anni Alice Munro, l’autrice canadese che ha iniziato a scrivere racconti perché non pensava di avere il tempo o il talento per padroneggiare i romanzi. Munro ha dedicato tutta la sua lunga carriera a scrivere storie psicologicamente dense, che abbagliarono il mondo letterario e le valsero il Nobel nel 2013.
Alice Ann Laidlaw è nata il 10 luglio 1931, nel villaggio di Wingham, Ontario, vicino alle rive del Lago Huron. Era la prima dei tre figli di Robert Eric Laidlaw e Anne Clarke Laidlaw. Suo padre aveva tentato la fortuna con l'impresa piuttosto esotica di allevare volpi argentate e visoni, ma quando fallì si cimentò in una serie di professioni, tra cui guardiano di fonderia e allevatore di tacchini.
Munro ha intrapreso lo studio del giornalismo e inizialmente ha mantenuto la sua ambizione di scrivere narrativa soltanto per sé stessa. Ha abbandonato gli studi prima di completarli, sposando James Munro. Il matrimonio si è chiuso quando lei aveva quaranta’anni; successivamente ha sposato in seconde nozze Gerald Fremlin.
Considerata da molti la migliore scrittrice di racconti della sua generazione, Munro prima di ottenere il premio Nobel aveva già ricevuto il Man Booker International Prize, il National Book Critics Circle Award, negli Stati Uniti, e tutti i premi letterari più prestigiosi offerti nel suo paese natale, il Canada, compreso il Governor General's Award.
I racconti di Alice Munro sono stati ampiamente considerati senza eguali: un misto di persone comuni e temi straordinari. L’autrice ha ritratto per lo più gente di piccole città dell'Ontario sud-occidentale, che affronta situazioni in cui il fantastico diventa un evento quotidiano. Alcuni dei suoi personaggi si sono concretizzati in modo così potente, che i lettori hanno raggiunto con loro un livello di intimità possibile di solito solo con un romanzo. Le donne nelle storie di Alice Munro hanno la tendenza a essere emotivamente trafitte: divorziate, adultere e nobili vittime delle vicissitudini della vita. Mentre l’attività principale dell’autrice era quella di madre, incastrava la scrittura di narrativa tra i lavori domestici e i sonnellini delle figlie. Lei stessa ammise di essere stata portata verso l’esplorazione del racconto grazie ai vincoli di tempo che la vita familiare le imponeva. "Ho scritto a pezzi", ha dichiarato in un'intervista del 2001 con Atlantic Monthly.
Nell'assegnarle il Nobel, quando aveva 82 anni, l'Accademia svedese ha citato le sue quattordici raccolte di storie brevi e l'ha definita "una maestra del racconto contemporaneo", elogiando la sua capacità di "accomodare l'intera complessità epica del romanzo" in poche pagine. Come avrebbe fatto un personaggio delle sue storie, afflitta da un cattivo tempismo e da circostanze sfortunate, Munro non era a casa quando l'Accademia svedese la chiamò per dirle che aveva vinto il Nobel. Venne lasciato un messaggio in segreteria. Munro si trovava a Victoria in visita a sua figlia, la quale -appresa la notizia- svegliò la madre alle quattro del mattino. Ancora intontita quando venne intervistata dalla CBC, Alice Munro ammise di aver dimenticato che il premio sarebbe stato assegnato quel giorno.
Alice Munro nel catalogo delle biblioteche civiche