Il romanzo 

 
zona_d_interesse.jpgLa zona d'interesse, Martin Amis 

La storia d’amore non ricambiato di Angelus Thorsen, detto Golo, per la procace Hanna Doll. Lui è il nipote del gerarca nazista Martin Bormann, lei la moglie del sadico comandante del campo Paul Doll, e il luogo del loro incontro è Auschwitz.
Tre punti di vista – quello di Golo, raccomandato di ferro e gigolo impenitente, del comandante Doll, vittimista e delirante, e di Szmul, il capo dei Sonderkommando – s’intrecciano nella «zona d’interesse» del Kat Zet, il campo di Auschwitz, dove gli orrori del lager arrivano filtrati dal tran tran della burocrazia. La storia che le tre voci restituiscono è fatta di omuncoli grotteschi, tragedie ovattate, qualche ambiguo eroismo e un amore impossibile, quello di Golo per l’irraggiungibile Hanna Doll. Martin Amis dà un’altra prova di grande verve linguistica, ma anche del solito gusto per la provocazione, calando la sua commedia romantica nel piú inospitale degli scenari, e usando la lente della satira per denunciare i crimini contro l’umanità. Dal rifiuto sia di Gallimard in Francia sia di Hanser in Germania di pubblicare il romanzo, ai riconoscimenti di critica in Inghilterra come in America, La zona d’interesse ha avviato un dibattito destinato a proseguire.

 

Approfondimento

Nel 2014, Martin Amis pubblica La zona d'interesse, un romanzo che affronta l'orrore dell'Olocausto attraverso una lente inusuale: quella della satira e della distorsione emotiva. Ambientato in un campo di concentramento nazista, precisamente ad Auschwitz, il libro si distingue per la sua struttura complessa, che alterna le voci di tre protagonisti: Angelus "Golo" Thomsen, Paul Doll e Szmul, ciascuno dei quali offre una prospettiva unica e inquietante sull'orrore che si consumava all'interno del lager.

La narrazione si sviluppa intorno a Golo Thomsen, un ufficiale del regime nazista e nipote di Martin Bormann, il quale nutre un’ossessione malsana per Hanna Doll, la moglie di Paul Doll, comandante del campo. La sua passione non è solo l'inquietante riflesso di una società disumanizzata, ma anche il simbolo della perversione del desiderio, radicato in un contesto di brutalità. La figura di Golo, la cui ossessione per Hanna si intreccia con la normalità della vita quotidiana nella zona residenziale delle SS, è un potente strumento per Amis per esplorare l'assurdità di una società che tollerava e giustificava la disumanizzazione e il genocidio.

Paul Doll, dal canto suo, rappresenta la burocrazia del male, una figura di potere che si nasconde dietro l'apparenza di una vita familiare ordinaria. La sua brutalità come comandante del campo contrasta con la tranquillità che permea la sua casa e la zona d'interesse, l'area residenziale delle SS dove la vita scorre come se nulla di orribile stesse accadendo a pochi passi da lì. Amis esamina la tensione tra l’orrore del campo e la quotidianità nella zona residenziale, mostrando come il male possa diventare parte integrante della routine, come qualcosa che non solo si tollera ma che si normalizza.

Infine, Szmul, capo dei Sonderkommando e ebreo costretto a collaborare con i nazisti, è una figura tragica che incarna il dilemma morale della sopravvivenza a costo della complicità. La sua voce fornisce uno sguardo interiore sulla sofferenza dei prigionieri e sulla resistenza della dignità umana di fronte alla devastazione. La sua esistenza, segnata dalla necessità di tradire la propria gente per restare in vita, rappresenta uno degli aspetti più cupi del romanzo, mentre Amis esplora le contraddizioni morali e la disumanizzazione imposta dai nazisti.

Amis non si limita a raccontare la brutalità della guerra e dell'Olocausto, ma si sofferma anche sulla normalità che circonda e consente la perpetuazione di tali atrocità. La zona d'interesse esplora la "banalità del male", un concetto ripreso dalle riflessioni della filosofa Hannah Arendt, evidenziando come l'immane atrocità compiuta dai nazisti fosse resa possibile da una burocrazia che la giustificava come parte di una routine. Non è solo l'orrore del lager a essere mostrato, ma anche la disumanizzazione che attraversa ogni livello della società, dove il male diventa sistematico e ordinario.

L'elemento della "normalità del male" è ulteriormente enfatizzato dalla scrittura provocatoria e satirica di Amis, che riesce a rendere assurda la logica e la quotidianità del regime nazista. La vita nella zona residenziale delle SS, con le sue famiglie che passeggiano nel parco e i pasti abbondanti, diventa una rappresentazione grottesca della complicità passiva di chi viveva in prossimità dell'orrore senza mai affrontarlo direttamente. Le relazioni personali, come quella tra Golo e Hanna, introducono un paradosso emotivo, un amore distorto che si sviluppa in un contesto di violenza e crudeltà.

Il romanzo, pur essendo stato accolto con controversia per il suo approccio satirico, ha trovato apprezzamento per la sua profondità e la sua originalità nel trattare un tema tanto delicato. Amis riesce a mettere in evidenza non solo la crudeltà dei nazisti, ma anche la dimensione morale dei complicità, delle omissioni e delle scelte individuali che hanno contribuito alla perpetuazione della tragedia.

L'adattamento cinematografico di Jonathan Glazer, vincitore di due Premi Oscar nel 2024, ha amplificato l'impatto dell'opera, pur scegliendo di concentrarsi maggiormente sulla famiglia di Rudolf Höss, comandante di Auschwitz. In questo caso, il film abbandona il personaggio di Szmul e mette l'accento sulla complicità passiva dei membri della famiglia Höss, creando un contrasto tra la loro vita domestica tranquilla e gli orrori che accadono sotto il loro naso. Il film, pur rimanendo fedele nell'ambientazione, adotta un approccio più surreale e visivo, concentrandosi sull'assenza di violenza esplicita per trasmettere l'idea di una normalità che cela l'inferno.

La zona d'interesse è un'opera che, attraverso il suo stile unico e la sua struttura narrativa polifonica, riesce a esplorare le sfaccettature più oscure della natura umana, mostrando come l'orrore possa diventare parte integrante della routine quotidiana. Il romanzo non solo denuncia la brutalità del regime nazista, ma invita anche a riflettere sulla disumanizzazione che accompagna il potere e la violenza sistematica, una lezione che rimane ancora dolorosamente attuale.

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