Americanah
Americanah è un romanzo di Chimamanda Ngozi Adichie, autrice nigeriana pubblicata da Einaudi, all’interno del quale si sposano due tematiche: l’amore e il razzismo. Ifemelu e Obinze, innamorati negli anni del liceo a Lagos, si separano ed emigrano dalla Nigeria per ragioni di studio. Sono dunque due ragazzi che lasciano il loro paese non per fame, ma perché il loro paese non offre prospettive. Ifemelu vince una borsa di studio a Princeton, mentre Obinze vola in Inghilterra. Le loro vite si dividono ed entrambi affrontano difficoltà ed esperienze non sempre positive. Mentre Ifemelu si scontra con il razzismo di cui scrive sul suo blog, e che viene simboleggiato molto bene dal problema della gestione della capigliatura afro, compie un percorso di studi brillante e scala le posizioni sociali, rimanendo però intrappolata nella categoria di africana americanizzata. Rimarrà negli Stati Uniti tredici anni, innamorandosi prima di un importante uomo bianco ricco e dopo di un professore universitario nero. Dopo un’esperienza degradante Ifemelu, deciderà di rientrare a Lagos, ma anche qui per tutti lei sarà un’americanah, cioè un’africana americanizzata. Ritroverà l’ex fidanzato Obinze proprio la Lagos, anche lui reduce da un percorso pieno di difficoltà in Inghilterra, ora imprenditore di successo nella città natale. Così la vita, dopo aver fatto fare ai due giovani un giro lunghissimo, li riporterà a casa insieme.
La bellezza di questo romanzo di Chimamanda Ngozi Adichie non è tanto nella difficile storia d’amore tra Ifemelu e Obinze, coppia indimenticabile, quanto in tutto ciò che l’autrice riesce raccontarci attraverso questa storia: la sottile linea di discriminazione anche contro i gli afro americani che salgono al vertice dei ruoli sociali, il razzismo del ritorno in patria - dove vieni percepito come straniero -, la Lagos reale, al di fuori dei luoghi comuni sull’Africa che abitano le nostre menti, il valore dello studio nel progresso personale e sociale di ogni persona.
Approfondimento: Americanah su Culturificio
Un giorno di David Nicholls
Emma e Dexter sono due laureandi di Edimburgo. Col termine degli studi universitari, la loro vita sta cambiando per sempre, entrambi destinati a partire ognuno per la propria strada. Durante una notte di festeggiamenti, i due finiscono a letto insieme. Si amano e si lasciano: è il 15 luglio del 1988, il giorno dopo dovranno partire, decidono di rimanere amici. Ma quel giorno si sviluppa qualcosa di speciale, un legame che resterà per lungo tempo. Emma, infatti, andrà in Inghilterra, dopo un impiego di lavoro in un ristorante, riuscirà a diventare professoressa di lettere e si legherà sentimentalmente a Ian. Dexter, invece, entrerà nel mondo dello spettacolo e inizierà a condurre una vita sregolata, tra droghe e relazioni promiscue, in un underground sociale abbastanza degradato. Eppure i due, ogni anno per vent’anni, il 15 luglio, si incontreranno e staranno insieme, si racconteranno tutto e porteranno avanti una lunghissima storia di “non” amore. La narrazione dei due personaggi si apre agli occhi del lettore sempre e solo su quello stesso giorno, negli anni, e la ricostruzione della parabola dei due personaggi avverrà attraverso i reciproci racconti. Forse il loro non è un amore, o forse lo è più di ogni altro, visto che riescono a rimanere uniti nella separazione, tra detti e non detti, in una dimensione che non trova una definizione specifica eppure esiste, innegabilmente.
Nel 2011 il romanzo diventa un film, diretto da Lone Scherfig e intitolato One day.