Creare relazioni positive e paritarie è il primo passo per educare al rispetto.

L’EDUCAZIONE AL RISPETTO

Una società accogliente e inclusiva deve affrontare con bambini, bambine e adolescenti i temi dell’educazione al rispetto, fornendo loro la possibilità di sperimentare un ambiente accogliente e non giudicante. La destrutturazione dei ruoli e delle relazioni basate su stereotipi consentirà loro di poter sperimentare modalità di relazione con se stessi e con l’altro basate su criteri di libertà e responsabilità. 
Per educare al rispetto si possono creare occasioni di confronto, sensibilizzazione e prevenzione fin dall'infanzia. Sviluppare la capacità di costruire relazioni basate sui principi di parità, equità, inclusività, nel riconoscimento e valorizzazione delle differenze è uno degli aspetti fondamentali dell'educazione.
Stereotipi e pregiudizi condizionano pensieri ed azioni, costituiscono i mattoni con cui vengono costruiti i muri che separano le persone, impediscono la reciproca conoscenza, e incentivano dinamiche di giudizio e di conseguente non accettazione nei confronti di ciò che è diverso e rappresentano un ostacolo alla libera espressione di pensieri, emozioni, convinzioni personali, contribuendo a costruire una società basata sui limiti imposti da una rigida definizione dei ruoli, che si traducono in un terreno di facile sviluppo di comportamenti violenti.

Aggiornamento 2024

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vincitore del premio PULITZER 2024
finalista al NATIONAL BOOK AWARD 2023

"Il femminicidio non è stato ufficialmente classificato come reato in Messico prima del 14 giugno 2012, quando è stato incluso nel Codice Penale Federale come un delitto: «Articolo 325: Commette il delitto di femminicidio chi priva della vita una donna per questioni di genere». Gran parte dei femminicidi commessi prima di quella data erano chiamati delitti passionali. Erano chiamati ha preso una cattiva strada. Erano chiamati perché si veste così? Erano chiamati una donna deve sempre stare al suo posto. Erano chiamati qualcosa deve aver combinato per fare quella fine. Erano chiamati i genitori la trascuravano. Erano chiamati la ragazza che ha preso una decisione sbagliata. Erano chiamati, addirittura, se lo meritava. La mancanza di linguaggio è impressionante. La mancanza di linguaggio ci lega, ci soffoca, ci strangola, ci spara, ci scuoia, ci fa a pezzi, ci condanna..." (continua a leggere su progettoxanadu.it)

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