I corsi d’acqua, presso i quali sono nati i primi insediamenti umani che successivamente si sono sviluppati in centri urbani, paesi, città, hanno permesso spostamenti rapidi di popolazioni e favorito lo scambio di merci e di processi culturali, hanno fatto da confine e collegamento tra territori limitrofi, hanno alimentato l’immaginario attraverso divinità fluviali e creature fantastiche e alla fine hanno trovato i cantori che ne decantassero la bellezza e l’importanza.
I fiumi sono stati oltre che fonte di vita anche forieri di disastri ambientali, e il nostro rapporto con loro è sempre stato ambivalente, di gratitudine e di profondo rispetto. Accanto alle calamità climatiche però si affianca l’incuria dell’uomo nel rispettare il delicato rapporto che instaura col proprio territorio.
Nell’ottobre del 1963 il disastro del Vajont ci ricorda e ammonisce che non si può piegare la natura ai propri interessi e che la pianificazione territoriale è un processo continuo e delicato. Attraverso la letteratura, le testimonianze, le riflessioni anche i lettori potranno ricordare, riflettendo, su un disastro annunciato, un esempio da non dimenticare.
Su RaiPlay Il racconto per immagini dai documentari dell'epoca riportano alla memoria il disastro del Vajont.