2022

 Per ogni mese proponiamo un saggio presente nelle nostre Biblioteche Civiche per cercare di capire e di uscire definitivamente da questa spirale di violenza.

 

Gennaio: Nadia, Simona, Alexandra, Alessia, Maria, Silvana, Franca, Guglielmina

 

maledetta_sfortuna_cop.jpgMALEDETTA SFORTUNA / Carlotta Vagnoli
Di cosa parliamo quando usiamo l'epressione "violenza di genere"? Come nasce? Quali sono i primi campanelli d'allarme? Che cosa accomuna il catcalling al femminicidio?
È tempo di fare chiarezza su un argomento che ci tocca tutti quanti, ma di cui si fa spesso fatica a parlare nei termini giusti: se ne fa carico Carlotta Vagnoli, giornalista, sex columnist, femminista, attivista, da anni punto di riferimento proprio sui temi della violenza di genere. Vagnoli sviscera il discorso affrontandolo a trecentosessanta gradi, parlando di revenge porn e di linguaggio dell'odio, di victim blaming e mezzi di comunicazione, di pregiudizi e luoghi comuni, di educazione e ruoli, di vittime e carnefici. E facendolo ci sprona a muovere un passo fuori dal branco e a diffondere la disciplina del consenso, aprendo la discussione sugli scenari futuri del rapporto tra uomo e donna, con la speranza in una società libera finalmente dagli stereotipi di genere.

 

Febbraio: Rosa, Daniela

 

solo_perche_donna_dop.jpgSOLO PERCHÈ DONNA / Melita Cavallo
"La mia disperazione oggi è che la sua violenza estrema è ricaduta su mio figlio, che ha fatto scudo al mio corpo per difendermi... Doveva vivere... Sarei dovuta essere io a morire sotto i colpi di quel coltello." I delitti commessi contro le donne riempiono le pagine dei giornali quasi tutti i giorni. Sono storie di fidanzate maltrattate, di mogli picchiate da anni e poi uccise da ex mariti violenti e possessivi, di figli che si ritrovano all'improvviso a superare le difficoltà della vita senza un genitore e un punto di riferimento. Melita Cavallo, forte della sua lunga esperienza in materia, si serve di vicende realmente accadute per descrivere tutti gli aspetti giuridici connessi: dal delitto d'onore al femminicidio, dal sistema di prevenzione e protezione contro la violenza di genere in Italia alla genesi e all'attività dei centri antiviolenza in favore delle donne che chiedono aiuto per sottrarsi alla prepotenza del marito o del compagno, fino alle forme di tutela che riceve il soggetto minorenne rimasto orfano della madre ad opera del padre. Un'indagine a tutto campo che fa luce su tutte le forme di violenza sul sesso femminile, una delle piaghe più vergognose e diffuse nella nostra società, in cui le donne, solo perché donne, non si sentono del tutto sicure e protette di fronte a un uomo prevaricatore e violento che agisce e si nasconde molto spesso tra le mura domestiche.

 

Marzo: Anna, Vincenza, Anastasiia, Naima Zahir, Carol, Tiziana, Giada, Viviana, Liliana, Flora, Maria, Alda, Lorena, Taiisia

 

vive_libere_cop.jpgVIVE E LIBERE / Manuela Ulivi
"Il libro mette al centro le donne che subiscono violenza e quelle che entrano in relazione con loro. Donne che stanno accanto ad altre donne... Perché dalla violenza si esce grazie alle relazioni. E le relazioni al femminile sono quelle più potenti. Dagli anni Novanta, la Casa di accoglienza delle donne maltrattate di Milano, primo centro antiviolenza italiano, incontra, ascolta e ospita le donne vittime di violenza adottando la metodologia dell'accoglienza, una pratica politica fondata sulla relazione tra donne e sull'accompagnamento senza giudizio e nel rispetto del loro desiderio. L'obiettivo è descrivere la realtà delle donne maltrattate e i percorsi di rinascita di molte di loro, sfatando i tanti stereotipi legati al tema e mettendo in evidenza gli aspetti poco conosciuti e ignorati del maltrattamento in famiglia, un universo che nasconde le contraddizioni di una società ancorata ad aspetti patriarcali nella relazione tra uomini e donne. Un universo che può essere molto pericoloso e che può essere realmente raccontato solo dalle stesse donne che vivono quotidianamente il fenomeno. Mi sono riconosciuta nei cammini di riscoperta e di rinascita che queste donne hanno percorso e continuano a percorrere." (dalla prefazione di Lucia Annibali).

 

Aprile: Romina, Angela, Sonia, Hanene, Antonia, Fabiola, Maria Cristina, Viviana, Eiko

 

mia_parola_contro_sua_cop.jpgLA MIA PAROLA CONTRO LA SUA / Paola di Nicola
“Le donne mentono sempre”. “Le donne strumentalizzano le denunce di violenza per ottenere benefici”. “Se l’è cercata”. “Le donne usano il sesso per fare carriera”. “Ma tu com’eri vestita?”
Questi sono solo alcuni dei pregiudizi che la nostra società ha interiorizzato. Pregiudizi volti a neutralizzare la donna e a perpetuare una sudditanza e una discriminazione di genere in ogni settore, soprattutto in quello giuridico, che è il settore determinante perché tutto possa rimanere come è sempre stato. Viviamo immersi in questi pregiudizi. Ogni nostro gesto, parola, azione deriva da un’impostazione acquisita per tradizione, storia, cultura, e neanche i giudici ne sono privi. Con la sua attività di magistrata, Paola Di Nicola ha deciso di affrontare il problema dalle aule del tribunale, ovvero dal luogo in cui dovrebbe regnare la verità e invece troppo spesso regna lo stereotipo. Se impariamo a guardare il mondo con lenti di genere, si apriranno nuovi spiragli, nuovi colori e nuove strade, e allora impareremo che una civiltà senza violenza può esistere, che l’armonia fa parte di noi, che uomini e donne possono stare l’uno al fianco dell’altra con amore e valore, che il nostro modo di parlare può essere più limpido, pulito e chiaro, che il silenzio dei complici si chiama omertà ed è un muro che va abbattuto.

 

Maggio: Romina, Stefania, Giulia, Noelia, Alice, Lauretta, Miranda, Brunilda, Lucia

 

ombra_caino_cop.jpgALL'OMBRA DI CAINO / Maria Cristina Cerrato, Pino Nazio
Storie vere, storie di cronaca, tutte diverse e tutte legate da un comune denominatore: il carnefice è l'uomo e la vittima è donna. Maltrattamenti, stalking, percosse, fino a quel fenomeno archiviato con un termine coniato appositamente: femminicidio. Dietro a queste storie si nascondono ferite sociali e umane profondissime, ma spesso ci si dimentica che c'è una vicenda di una donna che merita di essere raccontata. Il libro contiene decine di schede tecniche sui principali termini giuridici e sociali legati alla violenza sulle donne.

 

 

Giugno: Nevila, Camilla, Jenny, Lijdia, Lorena, Gabriela, Renata Alexandra, Elena, Elisabetta, Donatella, Cristina, Filomena, Caterina, Norma

 

donne_violenza_ancora_violenza_cop.jpgDONNE VIOLENZA E ANCORA VIOLENZA / Elena Alonzo
A fronte di un dibattito pubblico che alterna giudizi che vanno dalla pena alla compassione, dalla sfiducia al biasimo nei riguardi delle donne maltrattate e del comportamento che esse assumono in risposta alla violenza subita, in questo saggio si considera un modo alternativo per indagare il fenomeno della violenza domestica e tentare di capire l'esperienza vissuta dalle vittime degli abusi. Anziché avventurarsi - come generalmente accade sul terreno scivoloso che si apre davanti alle tradizionali domande di senso comune, l'autrice prova ad analizzare il caso della violenza domestica in riferimento al concetto di libertà e i suoi vincoli. La tesi di fondo che si intende convalidare è che un'indagine sulla libertà e sugli ostacoli che le donne (in quanto tali e non solo quelle direttamente esposte ai maltrattamenti) incontrano nel compiere le proprie scelte ha il vantaggio di rendere conto delle decisioni e delle azioni delle vittime di violenza senza mai pretendere di spingere l'interpretazione nel profondo della psiche soggettiva.

 

Luglio: Domenica, Nadia, Catena Debora, Valentina, Marzia, Maria Teresa, Valentina, Elisabetta, Carmela, Maria Grazia, Sonia

 

sono_ancora_viva_cop.jpgSONO ANCORA VIVA / a cura di Elena Guidieri e Chiara Brilli
"Sono ancora viva" è un'affermazione di dignità interiore e verso il mondo delle donne. Donne di diverse età, situazione familiare e condizioni economiche che a un certo punto della loro vita hanno detto basta alla violenza, fisica o psicologica. Sono queste donne a raccontare le difficoltà della presa di coscienza, della denuncia, dell'iter sociale e giuridico, e il sostegno determinante dei Centri antiviolenza. Sono ancora viva non parla di femminicidio, del tragico epilogo di storie troppo spesso relegate alla mera cronaca nera; le autrici hanno voluto svincolarsi dalla tendenza all'ineluttabilità della violenza, all'uso improprio e dannoso di parole come gelosia, raptus, omicidio passionale. Questo libro indaga la condizione delle donne vive che con coraggio, difficoltà e paura, hanno scelto la strada della denuncia, accollandosene rischi e disagi. Con particolare attenzione ai casi in cui sono coinvolti minori, che si trovano ad affrontare lo stesso percorso delle madri, spesso diventando oggetto di contesa e di minaccia nei casi di violenza familiare. 

 

Agosto: Silvana, Alessandra, Elsa

 

labirinti_male_cop.jpgI LABIRINTI DEL MALE / Rossella Diaz, Luciano Garofano
In Italia, una donna subisce violenza ogni 12 secondi e ne viene uccisa una ogni due-tre giorni. Sono prede facili, indifese, emarginate, spesso abbandonate da tutti. Luciano Garofano con Rossella Diaz ci racconta storie vere di donne e ci conduce nei drammatici labirinti del male, tra paura, rassegnazione, umiliazioni e brutalità. Dallo stalking all'omicidio, i due autori, attraverso i racconti dei familiari delle vittime di femminicidio, portano alla luce le responsabilità delle istituzioni. I numeri sono drammatici: oltre 120 donne uccise in Italia nel 2012, 137 nel 2011, 127 nel 2010, 119 nel 2009... I dati dell'Istat sottolineano un incremento degli omicidi in ambito familiare e sentimentale: circa il 70% delle vittime cade infatti per mano del partner o dell'ex compagno. Questo libro è un'approfondita indagine nell'universo della violenza contro le donne e un invito a denunciare, per reagire a questo scempio.

 

Settembre: Giuseppina, Lilia, Silvia, Annamaria, Maria, Carla

 

cosa_centra_amore_cop.jpgCOSA C'ENTRA L'AMORE / a cura dell'Associazione Nondasola
Che cosa è l'amore oggi per ragazzi e ragazze? Cosa c'entra l'amore con la violenza maschile sulle donne? Come questi due temi incrociano l'identità di genere? Questi interrogativi hanno guidato una indagine condotta per tre anni su un campione significativo di ragazzi e ragazze. Il progetto di ricerca e i suoi risultati esposti in questo libro esplorano la percezione che gli/le adolescenti, a partire dai loro vissuti, hanno della violenza nelle relazioni d'amore e della propria identità/differenza di genere assunta quale categoria interpretativa fondante rispetto al fenomeno della violenza. L'obiettivo, in un'ottica di prevenzione, è quello di far luce e interrogare il nesso tra la violenza e i campanelli d'allarme che la precedono, da un lato, e narrazioni e pratiche legate al genere, dall'altro. Come questo intreccio attraversa la vita degli/delle adolescenti, il loro confrontarsi con l'amore, la gelosia, la paura della solitudine, l'insicurezza e quali domande pone al mondo di noi adulti sono i temi oggetto di questo volume.

 

Ottobre: Ilaria, Naomi, Ilaria, Alexandra Elena, Silvia, Paola, Assunta, Giuseppina, Angela, Rossana, Maria Luisa

 

ho_uccisa_io_cop.jpgL'HO UCCISA IO / Luciano Di Gregorio
Non passa settimana senza che le cronache non raccontino atti di violenza commessi da uomini verso le proprie mogli, amanti, compagne, perfino figlie. Di recente è stato introdotto il termine femminicidio per indicare crimini fisici e morali come forma di esercizio di potere e di annientamento della donna in quanto donna, che si manifestano in modo particolare quando essa esercita liberamente una sua volontà. E il Parlamento italiano ha dovuto approvare una legge. Ma chi è l'uomo che commette questi delitti, che maltratta, violenta, uccide? Luciano Di Gregorio, partendo da un'analisi approfondita dei crimini e utilizzando concetti freudiani come la pulsione di crudeltà e quelli di oggetto d'uso che derivano dalla moderna psicoanalisi, esplora la complessa psicologia infantile del bambino che, da adulto, diventa violento. Attingendo alle teorie dell'attaccamento e ai concetti di attaccamento ansioso e insicuro in relazione alle personalità violente degli uomini che hanno sperimentato questa esperienza nell'infanzia, utilizzando il concetto di Sé grandioso infantile della personalità narcisistica, traccia alcuni profili psicologici del maschio di oggi e individua molti dei fattori scatenanti che ne determinano le esplosioni violente nelle relazioni intime amorose. Uomini comuni, con vite regolari, anche colti e benestanti, soggetti differenti per storie sociali e personali che, nel rapporto di coppia, hanno saputo anche mostrarsi amanti affettuosi, padri esemplari, compagni di vita spesso gratificanti. Anche loro possono essere attori di un dramma che da tempo scuote le coscienze di una società che ci ostiniamo a chiamare moderna. Anche loro possono un giorno dire: "L'ho uccisa io".

 

Novembre: Slobodanka, Anastasiia, Paola, Martha, Vera, Antonia, Dolores Fernanda, Maria, Marina, Florinda, Alice, Li, Yang Yun, Ermenegilda, Wafaa

 

ferite_a_morte_10_anni_dopo_cop.jpgFERITE A MORTE 10 ANNI DOPO / Serena Dandini
«Dalla sua prima uscita Ferite a morte si è trasformato nel tempo in un potente strumento di denuncia e in un mezzo efficace per aprire un dialogo con le istituzioni. Purtroppo – e sottolineiamo questo purtroppo – diventato un classico. Non lo avremmo mai voluto, speravamo sinceramente che le cose cambiassero con più rapidità, ma siamo ancora qui a contare (come dimostrano i dati aggiornati in questa nuova edizione) e – nonostante le buone leggi che sono state varate nel nostro Paese – i numeri sono sempre impressionanti. La situazione è tuttora a rischio e la pandemia da Covid-19 non ha fatto altro che aumentare il pericolo per le donne rinchiuse in casa per il lockdown. «Io resto a casa», lo slogan che ha scandito quelle giornate, non è stato uguale per tutti ma ha costretto molte vittime di violenza domestica a convivere con i loro aguzzini.Era necessario aggiornare questa nuova edizione di Ferite a morte con un monologo, "Casa dolce casa", che racconta proprio questa situazione paradossale e, tra le altre storie inedite che sono nate lavorando sul campo, abbiamo voluto anche aggiungere una voce maschile. É l’ultimo monologo del libro, vuol essere una speranza di cambiamento e un invito simbolico a tutti gli uomini a farsi carico insieme a noi di questo dramma che non è una cosa “da donne”, ma li riguarda in prima persona e soprattutto non è ineluttabile come un destino avverso bensì è solo un’eredità culturale che può e deve essere cambiata.» (Serena Dandini e Maura Misiti).

 

Dicembre: Maria Angela, Maria, Eliana, Jeanine, Giovanna, Rosa, Fabiana, Nicoletta, Elisabetta, Sabina, Cinzia, Georgeta

 

STAI Zstai_zitta.jpgITTA E ALTRE NOVE FRASI CHE NON VOGLIAMO SENTIRE PIÙ, Michela Murgia
Di tutte le cose che le donne possono fare nel mondo, parlare è ancora considerata la piú sovversiva.Se si è donna, in Italia si muore anche di linguaggio. È una morte civile, ma non per questo fa meno male. È con le parole che ci fanno sparire dai luoghi pubblici, dalle professioni, dai dibattiti e dalle notizie, ma di parole ingiuste si muore anche nella vita quotidiana, dove il pregiudizio che passa per il linguaggio uccide la nostra possibilità di essere pienamente noi stesse. Per ogni dislivello di diritti che le donne subiscono a causa del maschilismo esiste un impianto verbale che lo sostiene e lo giustifica. Accade ogni volta che rifiutano di chiamarvi avvocata, sindaca o architetta perché altrimenti «dovremmo dire anche farmacisto». Succede quando fate un bel lavoro, ma vi chiedono prima se siete mamma. Quando siete le uniche di cui non si pronuncia mai il cognome, se non con un articolo determinativo davanti. Quando si mettono a spiegarvi qualcosa che sapete già perfettamente, quando vi dicono di calmarvi, di farvi una risata, di scopare di piú, di smetterla di spaventare gli uomini con le vostre opinioni, di sorridere piuttosto, e soprattutto di star zitta.Questo libro è uno strumento che evidenzia il legame mortificante che esiste tra le ingiustizie che viviamo e le parole che sentiamo. Ha un’ambizione: che tra dieci anni una ragazza o un ragazzo, trovandolo su una bancarella, possa pensare sorridendo che per fortuna queste frasi non le dice piú nessuno.

Alcuni spunti narrativi

 

radio_rai.jpgUna lettura scenica di brani da La camera di sangue e altre storie di Angela Carter

il-racconto-dellancella-fb-1-720x380.pngUn adattamento radiofonico di Il Racconto dell'ancella di Margaret Atwood, nel catalogo delle biblioteche il libro, su Mlol l'ebook, mentre per un approfondimento sul contenuto, trovate un interessante articolo su letture.org

 

donna_che_sbatteva.jpgVi segnaliamo anche un altro romanzo che affronta il tema della violenza sulle donne: La donna che sbatteva nelle porte di Roddy Doyle in versione cartacea e in ebook, un film in lingua originale e il libro in traduzione: The color purple di Steven Spielberg e Il colore viola di Alice Walker in versione cartacea e in ebook.

L’amore rubato è un libro di racconti (ebook), scritto da Dacia Maraini, che dà molti spunti di riflessioni su questo tema: otto storie tratte da fatti di cronaca, su violenze ed abusi  subiti dalle donne spesso nell’ambito familiare; da questo libro è stato tratto l'omonimo film che è possibile vedere su Raiplay.barbablu.jpg

 

Una favola dai molti significati che potete ascoltare insieme ai più piccoli, è Barbablù  la trovate qui sia in versione cartacea illustrata, sia in ebook.