Limor Regev

(Ricercatrice presso il Leonard Davis Institute della Hebrew University di Gerusalemm)

Limor Regev è un'esperta nel conflitto israelo-arabo e nelle ritirate territoriali di Israele. Ha ricoperto diversi ruoli accademici, tra cui quello di responsabile di un'unità accademica presso il College of Management, specialista presso l'Institute for National Security Studies (INSS) e attualmente è ricercatrice associata al Leonard Davis Institute for International Relations dell'Università Ebraica.
I suoi nonni lasciarono la Polonia negli anni '30 con movimenti giovanili sionisti, sfuggendo al destino dei loro familiari che furono assassinati a Treblinka. Questo background familiare ha alimentato il suo interesse per la Seconda Guerra Mondiale e l'Olocausto, portandola a scrivere il suo primo libro: "The Boy From Block 66", che narra la storia di Moshe Kessler, sopravvissuto ai campi di Auschwitz e Buchenwald.

 

 Il bambino del Blocco 66

"Senza capelli e senza vestiti eravamo tutti molto simili e diventammo una massa collettiva di quelli che erano stati esseri umani distinti con caratteristiche diverse."

bambino_del_blocco_66.jpgIl bambino del Blocco 66 di Limor Regev narra la vera storia di Moshe Kessler, un giovane sopravvissuto all’Olocausto. Nato nel 1930 a Berehove, in Cecoslovacchia, Moshe cresce in una famiglia amorevole e benestante, circondato da fratelli, genitori e parenti stretti. Tuttavia, con l’espansione del nazismo e l’occupazione dell’Europa, la sua vita subisce una drammatica svolta. Moshe viene deportato ad Auschwitz-Birkenau, dove si separa dalla sua famiglia. Sopravvivendo agli orrori di questo primo campo, è successivamente trasferito a Buchenwald. Qui, viene assegnato al Kinderblock 66, una baracca destinata ai bambini, un luogo in cui prigionieri adulti, guidati da un profondo senso di solidarietà, si adoperano per proteggerli dalla brutalità nazista e preservarli dalle atrocità quotidiane.

Il libro di Regev racconta, non solo le atrocità vissute dai bambini, ma anche la straordinaria solidarietà che emerge nelle situazioni più drammatiche. La narrazione evidenzia il ruolo cruciale della resistenza interna del campo, che riesce a nascondere e difendere i ragazzi durante le fasi finali della guerra, quando i nazisti pianificano un’ulteriore marcia della morte. Grazie a questi sforzi eroici, Moshe e altri giovani prigionieri sopravvivono fino alla liberazione da parte delle forze alleate.
Attraverso gli occhi di Moshe, il libro esplora temi come la perdita dell’innocenza, la resilienza e il coraggio in un contesto di disumanizzazione estrema. Quando le forze alleate arrivano a liberare Buchenwald, Moshe è uno dei pochi bambini sopravvissuti, portando con sé un racconto di sofferenza ma anche di speranza e di capacità di resistere all’orrore.
L’opera di Limor Regev è un potente memoriale che ricorda l’importanza di testimoniare e tramandare le storie di chi ha vissuto l’Olocausto, affinché simili tragedie non si ripetano mai più, non è infatti solo un libro di memorie, ma un omaggio alla resilienza umana e un monito per le generazioni future. Attraverso la storia di Moshe, l’autrice invita a riflettere sull’importanza di ricordare il passato per evitare che tragedie simili possano ripetersi. 
Per approfondire ulteriormente la storia di Moshe Kessler, è disponibile un video su youtube che racconta la vicenda.