Il ballo degli amanti perduti, Gianni Farinetti
Sebastiano Guarienti è uno sceneggiatore di mezza età stanco di vivere in città. Cerca pertanto un nuovo Eden nella più sperduta langa piemontese, lontano da tutto, pieno di tradizioni, di profumi, di familiarità. Ma anche in questo paradiso bucolico l’idillio va in frantumi. Durante il veglione di Capodanno, organizzato dal losco sindaco del paese e di cui Sebastiano si fa promotore, si compie un omicidio. Così Sebastiano, invece di godersi l’inizio di una storia d’amore, si trasforma in investigatore a supporto del Maresciallo Buonanno, a sua volta costretto a trascurare l’amata per dedicarsi alle indagini. Tutti sembrano colpevoli e nulla si rivela essere ciò che appare. Scopriamo un’umanità varia che rivela aspetti nascosti in ognuno. Vediamo sfilare moventi e alibi nella sequela delle tradizioni, tra le carte dei tarocchi e la superstizione. Ecco che le campagne piemontesi si mostrano abitate da vecchie streghe, nobili decaduti, amanti non ricambiati, insospettabili senza scrupoli e amori destinati a durare per sempre.
Il ballo degli amanti perduti, formalmente di genere giallo, è anche un romanzo d’amore, di astio e solitudine, di incomprensioni e conflitti. La scrittura scorre fluida e insieme ai particolari delle indagini i lettori vengono affascinati dalle trazioni, dai luoghi e dai personaggi.
Capodanno da mia madre, Alejandro Palomas
Barcellona. La famiglia di Fernando, detto Fer, si riunisce al completo per il cenone del 31 dicembre. La madre Amalia è molto emozionata e impaziente di rivedere le altre due figlie, Silvia ed Emma, e lo zio Eduardo. La famiglia non si riunisce da tantissimo tempo e la serata si carica di aspettative. Ma le cose non sono mai semplici. Fer sta cercando di tornare a vivere dopo una cocente delusione d’amore, dalla quale ha ereditato l’alano Max, cane assai bavoso; la sorella maggiore, Silvia, è una persona rigida e ossessiva; poi c’è Emma, la disordinata e svampita, con il bagaglio di un lutto mai elaborato. Ci sarà per la prima volta anche anche la sua compagna Olga, con tanto di naso all’insù, gioielli di perle e borsa griffata, e quel modo di cominciare quasi tutte le frasi con la locuzione «lascia che ti dica». Non parliamo poi di zio Eduardo, che l’ultima volta si è presentato vestito da Babbo Natale, e per giunta ubriaco.
Il romanzo di Palomas risulta riuscito. Una tragicommedia familiare dallo stile lieve e ironico. Il personaggio forte è quello di Amalia, la madre citata nel titolo. Amalia è una donna onesta e genuina, capace di risultare commovente, ma anche esilarante. Una storia a metà tra un film di Pedro Almodovar e un romanzo di Isabel Allende.