Il libro
Il giardino dei Finzi-Contini, Giorgio Bassani
Il film
Il giardino dei Finzi Contini, un film di Vittorio De Sica
Il giardino dei Finzi-Contini è un'opera fondamentale della letteratura e del cinema italiani, che affronta con profondità il tema delle leggi razziali fasciste e le loro conseguenze sulla comunità ebraica italiana. Originariamente scritto da Giorgio Bassani nel 1962, il romanzo è stato poi adattato per il grande schermo nel 1970 da Vittorio De Sica. Entrambe le opere condividono lo stesso nucleo narrativo, ma si distinguono per approccio e rappresentazione.
Il libro
Il giardino dei Finzi-Contini, Giorgio Bassani
Bassani ambienta la sua storia nella Ferrara degli anni '30 e '40, in un periodo segnato dalla promulgazione delle leggi razziali. Il narratore, un giovane ebreo borghese, racconta in modo riflessivo e nostalgico il suo rapporto con Micòl Finzi-Contini e la sua famiglia, appartenenti all'alta borghesia ebraica. Il giardino dei Finzi-Contini diventa un luogo simbolico: un rifugio dalla realtà esterna e dalle discriminazioni, ma anche un microcosmo di isolamento e alienazione.
La forza del romanzo risiede nella sua introspezione psicologica. Attraverso una narrazione intima e dettagliata, Bassani esplora le emozioni, i desideri e le ambiguità dei personaggi, creando un ritratto vivido della loro esistenza precaria e del clima di oppressione crescente. Il tono è malinconico, segnato dalla consapevolezza del narratore che la storia personale e collettiva si concluderà tragicamente con la deportazione della famiglia Finzi-Contini.
Il film
Il giardino dei Finzi Contini, un film di Vittorio De Sica
L'adattamento cinematografico diretto da Vittorio De Sica offre una versione più visiva ed emotiva della storia. Interpretato da Dominique Sanda nel ruolo di Micòl e Lino Capolicchio in quello del narratore, il film mette in scena con eleganza l'atmosfera decadente e malinconica della Ferrara prebellica.
De Sica enfatizza maggiormente il contesto storico e politico, mostrando in modo più esplicito le conseguenze delle leggi razziali e della persecuzione. Scene drammatiche, come la deportazione della famiglia Finzi-Contini, sono rappresentate visivamente per sottolineare l'orrore della tragedia. L'ambientazione, con il giardino lussureggiante e i dettagli architettonici della città, è fedele al romanzo e contribuisce a creare un'atmosfera suggestiva e nostalgica.
Sia il romanzo sia il film sono capolavori nei rispettivi ambiti. Il libro di Bassani offre una profonda introspezione psicologica e un ritratto delicato della Ferrara ebraica, mentre il film di De Sica traduce questi elementi in un linguaggio visivo potente e emotivamente coinvolgente. Entrambe le opere sono indispensabili per comprendere la portata umana e storica di uno dei periodi più bui del Novecento italiano. Consigliati a chi desidera riflettere sulla memoria storica e sulle complessità delle relazioni umane in tempi di oppressione.