virgolette_aperte.jpgL'unico atto di resistenza possibile in un classico regime stalinista era scrivere.virgolette_chiuse.jpg

Ismail Kadaré

È morto Ismail Kadaré (Argirocastro, 28 gennaio 1936 – Tirana, 1º luglio 2024), l’autore che ha portato l’Albania nella mappa della letteratura mondiale.

Nel 2005 ha ricevuto il primo Man Booker International Prize (ora International Booker Prize), assegnato a uno scrittore vivente di nazionalità straniera. Tra i finalisti c'erano titani della letteratura come Gabriel García Márquez e Philip Roth.

Nella sua carriera letteraria, durata mezzo secolo, Kadaré ha scritto decine di libri, tra cui romanzi e raccolte di poesie, racconti e saggi. Ha raggiunto la fama internazionale nel 1970 quando il suo primo romanzo, Il generale dell’armata morta, è stato tradotto in francese. I critici europei lo hanno salutato come un capolavoro.

Durante i primi tre decenni della sua carriera ha vissuto e scritto in Albania, che all'epoca era sotto la brutale dittatura di Enver Hoxha. I critici filo-governativi condannarono il romanzo per essere troppo cosmopolita e per non esprimere sufficiente odio per il generale italiano, ma con quella pubblicazione Kadaré diventò una celebrità nazionale. Nel 1965 le autorità proibirono il suo secondo romanzo, Il mostro, dopo la pubblicazione su una rivista. In seguito a queste vicende Kadaré scrisse Il grande inverno, un ritratto favorevole del dittatore. Kadaré dichiarò di averlo scritto per ingraziarsi il regime. «Conformarmi alle mie convinzioni, il che significava la morte; silenzio assoluto, il che significava un altro tipo di morte; o pagare un tributo, una tangente.»citta_di_pietra.jpg

aprile_spezzato.jpgNel 1975, dopo aver scritto I Pascià Rossi, una poesia critica ai membri del Politburo, Kadaré fu bandito in un villaggio remoto e gli fu impedito di pubblicare. La sua risposta arrivò con Il palazzo dei sogni (1981), nel quale l’autore attaccò in modo sovversivo la dittatura, aggirando la censura attraverso allegorie, satira, miti e leggende. Il gioco del gatto e del topo con il quale il regime a turno pubblicava e proibiva le opere di Kadaré continuò dopo la morte di Hoxha (1985) fino a quando lo scrittore fuggì a Parigi, nel 1990.

Dopo il crollo del comunismo, Ismail Kadaré ha continuato a ambientare i suoi romanzi tra il sospetto e il terrore del regime di Hoxha. Alcuni, tuttavia, ritraevano albanesi che vivevano nell'Europa del XXI secolo, ma erano ancora ossessionati dalle faide, dalle leggende e dall’antica legge non scritta della loro nazione. Altre opere molto note sono: La città di pietra; Il ponte a tre archi; La figlia di Agamennone; Il successore; L'incidente; Aprile spezzato; Il Dossier O.; e L’occhio del tiranno.

Ismail Kadaré nel catalogo delle biblioteche civiche

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Perché bisogna recuperare la letteratura di Ismail Kadaré su minima&moralia