È morto Javier Marías e questa non è una buona notizia per il grande popolo dei suoi fedelissimi lettori. È stato uno scrittore, traduttore, giornalista e saggista spagnolo, vincitore dei più importanti premi letterari, tra i quali il Premio Internazionale Bottari Lattes Grinzane, premio Rómulo Gallegos e il Prix Femina Etranger. È stato menzionato più volte come possibile premio Nobel per la letteratura.
Javier Marías nasce a Madrid il 20 settembre del 1951, quartogenito di cinque figli del filosofo, accademico e critico letterario Julián Marías Aguilera (1914-2005), si laurea in Filologia inglese presso l'Università Complutense di Madrid e insegna per due anni Letteratura spagnola presso l'Università di Oxford. Ha inoltre tenuto corsi di letteratura e traduzione nel Wellesley College nel Massachusetts ed è divenuto in seguito professore di Teoria e traduzione presso l'Università Complutense di Madrid, la sua città.
Esordisce come scrittore a soli 19 anni e viene presto riconosciuto come il precursore di una narrativa che propone soluzioni nuove e creative e che indaga le relazioni umane nell’intimo. Arriva in Italia per i tipi di Einaudi con Un cuore così bianco, definita “opera maestra”, e ottiene subito il grande successo di pubblico e critica che lo accompagnerà fino ai giorni nostri.
Tra i suoi libri molto amati ricordiamo Domani nella battaglia pensa a me (Premio Mondello), L’uomo sentimentale (Premio Internazionale Ennio Flaiano), Berta Isla (premio Libro dell’anno per La Lettura de Il Corriere della sera) e l’ultima opera pubblicata da Einaudi nel 2022, Tomás Nevinson (premio Gregor von Rezzori).
Degno di nota anche l’omaggio agli scrittori amati durante la sua formazione letteraria, dei quali ci ha restituito brevi e appassionate biografie nell’opera Vite scritte (Einaudi, 2004).
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