DIARIO DI SCUOLA, Daniel Pennac, Feltrinelli
Edito in Italia nel 2008 da Feltrinelli, Diario di scuola è un romanzo autobiografico in cui l’autore ci racconta il suo difficile rapporto con la scuola. Proprio così: quello che la maggior parte di noi lettori riconosce per essere uno degli scrittori più noti e tradotti in tutto il mondo, Daniel Pennac, è stato negli anni della propria formazione il prototipo dell’alunno somaro. Il protagonista di questo romanzo, Daniel Pennacchioni, è un ragazzo che non solo aveva un
rendimento scolastico disastroso, ma manifestava anche i peggiori comportamenti in classe. Insomma, uno “senza speranza”. Una vera croce per la madre, mortificata dai colloqui con i docenti, e via via sempre più convinta di avere un asino come figlio, da non rendersi conto nemmeno nel presente del romanzo, ormai novantenne, che Daniel possa aver concluso qualcosa nella propria vita, che possa avercela fatta. La svolta, nella crescita del Daniel ragazzino, arriva proprio nell’ambiente sostanzialmente a lui ostile, la scuola, dove incontra un insegnante che sa comprenderlo. Che decide di dargli una possibilità. E che si accorge della sua predisposizione verso la scrittura e la narrazione. Il professore decide quindi di puntare su questa qualità di Daniel e gli assegna un compito molto particolare. Lo stesso compito che ha portato lo scrittore Daniel Pennac fino a qui, fino a noi, e in tutto il mondo, con le sue storie e con questa testimonianza avvincente e autentica su quanto la scuola possa fare la differenza.
NESSUNA SCUOLA MI CONSOLA, Chiara Valerio, Einaudi
Romanzo ironico e divertente, scritto dal punto di vista della supplente di matematica Alessandra Faggi. Nessuna scuola mi consola (Einaudi, 2009) di Chiara Valerio cerca restituirci uno sguardo dissacrante, sovversivo, ma non cattivo sull’istituzione scolastica, soffocata nel dedalo della burocrazia, delle scartoffie, dei docenti esauriti o demotivati, del precariato e della povertà di investimenti monetari e politici che sono noti ormai a tutti. Alessandra Faggi ci racconta del primo collegio docenti, che è come il primo bacio, devi averlo vissuto per poterlo testimoniare, ci diverte con la descrizione del proprio tentativo di indire riunioni clandestine e notturne a scuola tra una piccola cerchia di docenti illuminati, nella speranza di elaborare un piano per far fronte ai colleghi ostili e al preside. Data la scarsa adesione alla sua iniziativa, la Faggi arriva a proporre la prima riunione notturna come un invito ad un rave party. Come procederà l’anno scolastico per la supplente Faggi? Così l’autrice, che ha effettivamente insegnato matematica nella scuola per un certo periodo, definisce questo romanzo: “Nessuna scuola mi consola procede come un ossimoro, racconta un mondo di bellezza, possibilità, conoscenza incastrato e frenato dalla ripetitività, dalla presenza invadente dei genitori, dalle inadeguate competenze umane o culturali di chi insegna, dalla costrizione, percepita o reale, di chi impara”.