Kubrick era scandalosamente libero, appassionato e sprezzante, nel rapporto con i libri. Scelse sempre libri complessi, a volte ritenuti “impossibili” da tradurre in immagini e ne accettò la sfida.
Stefano Benni
Kubrick, un regista….sui generis
Stanley Kubrick, come Hitchcock ma in modo sistematico, ha trovato nella letteratura le idee per i suoi film, per la sua ricerca di un linguaggio filmico che scandagliasse il cinema di genere, da cui trasse un capolavoro dietro l’altro: Il colossal con Spartacus, la fantascienza con 2001 Odissea nello spazio, L’horror con Shining, il film in costume con Barry Lyndon, il dramma con Lolita e la lista è ancora lunga.
Gli autori che lo hanno ispirato vanno da Arthur C. Clarke a William Thackeray passando per Anthony Burgess e Vladimir Nabakov fino ad arrivare a Arthur Schnitzler.
Cinema e letteratura si incontrano e scontrano nelle sintesi di un regista che ha restituito al cinema di genere una pulizia e una “leggibilità” che resta nella storia della settima arte.
Un esempio per tutti: THE SHINING
Il libro
THE SHINING 1977
Con questo libro King entra definitivamente nel genere Horror senza lasciarne mai più lo scettro regalando altri soggetti cinematografici, ma questa è un’altra storia.
L’incontro con Kubrick fu tutt’altro che costruttivo. King non approvava quasi nessuna delle idee di Kubrick fino a trovare Nickolson completamente inadatto. I loro immaginari, sulla storia, erano molto diversi e non si trovarono mai d’accordo.
….e poi Kubrick gli cambiò perfino il finale.
Il film
THE SHINING 1980
Il film è prodotto e diretto da Stanley Kubrick che si dedica anche alla sceneggiatura adattando l’omonimo romanzo di Stephen King. Kubrick si occupa per la prima volta del genere horror. Alla ricerca di un’idea che lo risollevasse dopo il flop al botteghino di Barry Lyndon, rimase affascinato dalla lettura di uno dei primi romanzi di Stephen King (nel 1976 Brian de Palma girò Carrie lo sguardo di satana adattando il primo dei romanzi di King, Carrie del 1974). La struttura perfetta della suspence, l’atmosfera inquietante che abbraccia da subito lo spettatore aprono al crescendo perfetto dell’orrorifero puro. Uno dei rari film che anche alla decima visione è come fosse sempre la prima volta.