- agg. 2024
Non si contano nello sport storie di rivalità ed amicizie. Mentre corri, salti, nuoti o pedali sai per certo che da qualche parte nel mondo c'è qualcuno che sta facendo la stessa identica cosa, e quel qualcuno forse nel futuro ti batterà. Ma lo sport non ti può far odiare il tuo avversario, quando questo fatica come te e ti batte lealmente. Nascono così, dal rispetto prima di tutto, mille storie di rivalità sfociata in amicizia. Una delle più profonde e al tempo stesso drammatiche è quella tra Jessie Owens e Luz Long, che chiede all'amico che l'ha battuto alle olimpiadi, di occuparsi della sua famiglia conscio di non poter sopravvivere alla ritirata dei tedeschi in Italia.
Rivali. Sfide leggendarie che hanno cambiato lo sport, a cura di "L'ultimo uomo"
La rivalità è uno stimolo costante a migliorarsi, il motore dello sport. Quante vittorie, quanti record individuali sono, almeno in parte, merito anche di chi viene sconfitto, del secondo classificato? Le storie di atleti indimenticabili che, per uno scherzo del destino, si sono ritrovati a contendersi le luci dei riflettori. Anche lo sport, come la storia, celebra spesso i vincitori, dimenticando non solo gli sconfitti, ma anche quanto la competizione sia necessaria per raggiungere livelli di eccellenza impensabili in solitudine. La rivalità è un tipo di rapporto che può prendere sfumature diverse, ognuna interessante: può essere tossica, quando finisce per avvelenare uno dei due sfidanti, oppure virtuosa, quando porta entrambi i protagonisti a superare i propri limiti. Attraverso stili letterari diversi vivremo, tra gli altri, lo scontro monumentale tra Muhammad Ali e Joe Frazier, che hanno passato 41 riprese insieme sul ring, in una delle trilogie più famose e cruente nella storia della boxe; la gara a chi scendeva più in profondità negli abissi marini tra Enzo Maiorca e Jacques Mayol, esponenti di due modi molto diversi di vivere il mare e di stare al mondo; il confronto tra Kobe Bryant e Michael Jordan, i quali rimarranno legati da una rivalità nata come spirito di emulazione (per Kobe) e come difesa del proprio status (per MJ); le sfide durante gli anni Settanta tra Nadia Comaneci e Nellie Kim, che in uno scenario più ampio hanno rappresentato il contrasto tra la potenza della ginnastica sovietica e le ambizioni del regime di Nicolae Ceausescu in Romania. Che siano vissute in modo tragico o come stimolo a migliorarsi, le storie raccontate in questo volume sono diventate l'archetipo di altre rivalità, presenti e future, e ancora a distanza di anni non hanno smesso di emozionare.
Caro nemico, Nicola Roggero
Dodici storie di sport, di rivalità e amicizia. Sfide nel segno del rispetto. Dal ciclismo all’atletica, dal rugby al basket, dal tennis alle auto. Duelli tra campioni come Merckx e Gimondi sulla strada di un campionato del mondo o Anquetil e Poulidor al Tour, ma anche legami diventati più importanti del risultato. Owens e Long nel delirio nazista di Berlino ’36, Monti che si danna per riparare il bob degli avversari, Evert e Navratilova impegnate in un romanzo lungo 80 sfide. C’è il francese Mimoun che insegue per una vita l’oro olimpico, ma quando lo conquista pensa sia meno importante dell’amicizia con Zatopek, il rivale che l’aveva sempre battuto. Le leggende NBA Chamberlain e Russell: sui lati opposti della barricata, ma uniti nel giorno della morte di Martin Luther King. C’è chi contese la medaglia d’oro al compagno di allenamento: Johnson e Yang esausti nel decathlon olimpico di Roma. Sfide che hanno fatto la storia: Van der Westhuizene Lomu in Sudafrica-Nuova Zelanda capolinea dell’apartheid; altre improponibili tecnicamente, ma capaci di esaltare il rispetto: il vichingo Dahlie che stringe la mano al keniano Bolt, premio al coraggio di cimentarsi nello sci nordico.