Gregor Samsa è un commesso viaggiatore e, grazie al suo lavoro, mantiene i genitori e la sorella con cui vive. Un mattino si sveglia trasformato in un insetto enorme e ripugnante. Comincia così una vita rifiutata e disprezzata, in cui non c’è spazio per la vicinanza e l’accettazione, nonostante i tentativi di adattamento. Il racconto di Kafka cela nella raffigurazione dell’insetto la condizione di diversità e di emarginazione che affligge la società contemporanea, indagando sottilmente le dinamiche di superiorità e inferiorità, potere e senso di colpa insite nelle relazioni umane.
Lo scarafaggio, Ian McEwan, 2020
Il protagonista di questo racconto dal retrogusto kafkiano è Jim Sams, uno scarafaggio che si trasforma in uomo. Non in un uomo qualsiasi, per la verità, ma nel primo ministro inglese. Insieme ai suoi ministri, tutti ex scarafaggi, si pone l’obiettivo di dare voce al popolo e alle sue ingiustizie, disinteressandosi delle regole democratiche e portando di fatto il paese allo sfacelo. Dopo una serie di manovre politiche fintamente democratiche, Jim e gli altri ministri torneranno a essere scarafaggi.
Caratterizzato da un tono distopico ed elegantemente spassoso, “Lo scarafaggio” è una critica dell’assurdità del nostro tempo ed è evidente, in particolare, il riferimento alla Brexit.
Su Doppiozero, un interessante articolo a proposito di metamorfosi, letteratura, attualità e insetti: La metamorfosi sbagliata / Lo scarafaggio di McEwan e i coleotteri di Nabokov e Levi