Quest'anno ricorre il centenario della morte di Giacomo Puccini, uno dei più grandi musicisti dell'opera italiana e compositore di melodrammi tra i più famosi al mondo, come La Bohème e Madama Butterfly.
Ma chi era Giacomo Puccini?
Nato da una famiglia di musicisti, Giacomo, sesto di ben nove figli, nacque a Lucca il 22 dicembre 1858. Pur essendo un talento naturale, Giacomo non era affatto uno studente modello, anzi era piuttosto svogliato a scuola. Ma già le sue prime composizioni dimostravano una grande vocazione che si manifestò al giovane musicista grazie all'ascolto e visione dell'Aida di Giuseppe Verdi. Il suo precoce talento gli permise di ottenere una borsa di studio per proseguire gli studi musicali presso il Conservatorio di Milano. Il successo però tardava ad arrivare. L'opera lirica era giunta al suo culmine grazie all'opera di Giuseppe Verdi e dei suoi successi maturati presso i più grandi teatri d'Italia e del mondo, tra cui il Teatro alla Scala di Milano.
Giacomo Puccini aveva trentacinque anni quando finalmente giunse la fortuna che lo coronò grande musicista con l'opera Manon Lescaut (1892), una storia d'amore contrastata dal desiderio di sfuggire alla povertà e alla miseria. Saranno proprio le storie d'amore e i personaggi femminili che la sua musica saprà descrivere che lo renderanno il più grande compositore del melodramma italiano della fine dell'ottocento.
Per conoscere meglio questo musicista vi suggeriamo la lettura della sua biografia a fumetti:
Io sono Giacomo Puccini. Biografia a fumetti, P. Alessandro Polito, Laura Pederzoli
(età di lettura: da 10 anni)
Le protagoniste delle sue opere sono tutte donne bellissime, ma purtroppo sfortunate e talvolta crudeli. Qui vi proponiamo quattro tra le sue opere più significative: La Bohème, Tosca, Madama Butterfly e Turandot, quest'ultima rimasta incompleta a causa della morte del musicista, avvenuta il 29 novembre 1924 a Bruxelles dove il musicista si era ricoverato per motivi di salute.
I libretti delle opere che vi presentiamo sono il frutto della straordinaria collaborazione di Puccini con due scrittori dell'epoca molto rinomati, Luigi Illica e Giuseppe Giacosa. L'opera lirica nasce infatti dalla stretta simbiosi tra parole e musica; i versi e le arie più significative sono infatti il frutto di un miracoloso connubio tra la musicalità delle parole e il valore significativo della musica che le descrive. Quando musica e parole sembrano nate da una stessa ispirazione, ecco che viene fuori il capolavoro.
Alla scoperta del melodramma. La Bohème di Giacomo Puccini, Cecilia Gobbi
(età di lettura: da 7 anni)
La Bohème, composta nel 1896, narra la storia di una grande amicizia e amori appassionati. Si svolge nel Quartiere Latino di Parigi durante il periodo bohèmien quando il quartiere era popolato da artisti squattrinati alla ricerca di successo. Quattro amici, Rodolfo il poeta, Marcello il pittore, Schanaurd il musicista e Colline il filosofo sono sempre al verde e trascorrono le loro giornate alla ricerca di legna o di qualcosa per scaldare la loro fredda soffitta. Nello stesso stabile abita Mimì che, in una sera di freddo inverno bussa alla loro porta per chiedere aiuto: la sua candela si è spenta e le scale sono molto buie per salire al suo appartamento. Rodolfo si innamora di lei a prima vista e quando un soffio di vento spegne le candele inavvertitamente accarezza la mano di Mimì.
Da questo incontro nasce la più famosa aria dell'opera cantata da Rodolfo nel primo atto Che gelida manina:
Che gelida manina, se la lasci riscaldar
Cercar che giova? Al buio non si trova
Ma per fortuna, è una notte di luna
E qui la luna, l'abbiamo vicina
Aspetti, signorina
Le dirò con due parole
Chi son, chi son e che faccio
Come vivo, vuole?
Chi son?
Chi son? Sono un poeta
Che cosa faccio?
Scrivo E come vivo?
Vivo In povertà mia lieta
Scialo da gran signore
Rime ed inni d'amore
Per sogni e per chimere
E per castelli in aria
L'anima ho milionaria
Talor dal mio forziere
Ruban tutti i gioelli
Due ladri gli occhi belli
V'entrar con voi pur ora
Ed i miei sogni usati
E i bei sogni miei, tosto si dileguar
Ma il furto non m'accora
Poichè, poiché v'ha preso stanza la speranza
Or che mi conoscete
Parlate voi, deh parlate
Chi siete? Vi piaccia dir?
Mimì e Rodolfo iniziano la loro storia d'amore, ma Rodolfo è geloso, le fa continue scenate e vuole lasciarla. In realtà Rodolfo è disperato perché sa che Mimì è molto malata, avrebbe bisogno di cure mentre lui può offrirle solo miseria. I due innamorati si lasciano ma non si sono dimenticati l'uno dell'altra finché l'amica Musetta non li fa ritrovare, ma ormai è troppo tardi: Mimì è malata e in punto di morte abbraccia Rodolfo per dichiarargli il suo profondo e infinito amore: Sono andati? Fingevo di dormire, (atto IV)
Sono andati? Fingevo di dormire
perché volli con te sola restare.
Ho tante cose che ti voglio dire …
o una sola, ma grande come il mare,
come il mare profonda ed infinita.
Sei il mio amor e tutta la mia vita.
E per chi volesse vedere tutta l'opera vi proponiamo l'edizione integrale in versione cinematografica su MLOL
La Tosca, melodramma in tre atti, composta nel 1899, è ambientata nella Roma del 1800. Protagonista è la cantante Floria Tosca, amante del pittore liberale Mario Cavaradossi, e corteggiata dal ministro della polizia pontificia Scarpia. Questi imprigiona il pittore e ricatta Tosca: se la donna non si concederà a lui, Cavaradossi sarà fucilato. Tosca si fa dare il salvacondotto da Scarpia, e poi lo uccide. Mario, però, viene fucilato veramente: Tosca, sconvolta e inseguita dai poliziotti, i quali hanno trovato il cadavere di Scarpia, si getta dalla terrazza del castello.
Per conoscere meglio quest'opera, vi proponiamo la lettura di:
Tosca di Sara Colaone. Graphic novel
(età di lettura: da 11 anni)
Per farvi apprezzare ancora di più il valore musicale del capolavoro di Puccini, vi suggeriamo l'ascolto del brano più famoso E lucean le stelle dal terzo atto, nel momento in cui Cavaradossi, poco prima di morire ricorda i momenti d'amore vissuti con Tosca:
E lucevan le stelle
Ed olezzava la terra
Stridea l'uscio dell'orto
E un passo sfiorava la rena
Entrava ella, fragrante
Mi cadea fra le braccia
Oh! Dolci baci, oh languide carezze
Mentr'io fremente le belle forme disciogliea dai veli!
Svanì per sempre il sogno mio d'amore
L'ora è fuggita, e muoio disperato!
E muoio disperato!
E non ho amato mai tanto la vita
Tanto la vita!
Tosca è altresì disponibile in edizione integrale su MLOL:
Tra le opere più belle di Giacomo Puccini ricordiamo anche Madama Butterfly, composta dal musicista nel 1904 e forse tra le opere più eseguite al mondo. E' la storia della giovane quindicenne di nome Cio-cio-san, termine giapponese che significa Madama (San) Farfalla (cio-cio), in inglese Butterfly, che sposa un ufficiale della marina degli Stati Uniti, Pinkerton, che, sbarcato a Nagasaki, per vanità e spirito d'avventura si unisce a lei in matrimonio, secondo le usanze locali, acquisendo così il diritto di ripudiare la moglie anche dopo un mese. Così infatti avviene e Pinkerton ritorna in patria abbandonando la giovanissima sposa. Ma questa, molto innamorata e tenace, pur struggendosi nella lunga attesa accanto al bimbo nato da quelle nozze, continua a ripetere a tutti la sua incrollabile fiducia nel ritorno dell'amato. Pinkerton infatti ritorna dopo tre anni, ma non è da solo. L'uomo è accompagnato da una giovane donna, da lui sposata regolarmente negli Stati Uniti ed è venuto a riprendersi il bambino, della cui esistenza è stato messo al corrente dal console Sharpless, per portarlo con sé in patria ed educarlo secondo gli usi occidentali. Soltanto di fronte all'evidenza dei fatti Butterfly comprende che la sua grande illusione, cioè la felicità sognata accanto all'uomo amato, è svanita del tutto. Decide quindi di scomparire dalla scena del mondo, in silenzio, senza clamore e dopo aver abbracciato disperatamente il figlio, si immerge un pugnale nel cuore. Alla fine, Pinkerton, sconvolto dal rimorso, torna a casa di Butterfly per chiedere il suo perdono ma è troppo tardi; la piccola Butterfly infatti, ha già terminato di soffrire.
Madame Butterfly, Benjamin Lacombe. Ispirata a Madama Butterfly di Giacomo Puccini e a Madame Chrysanthème di Pierre Loti
(età di lettura: da 8 anni)
Qui vi proponiamo l'aria più celebre dell'opera, Un bel dì vedremo, dall'atto secondo, che descrive il momento in cui Butterfly immagina che la nave di Pinkerton si avvicini al porto di Nagasaki, facendo così ritorno alla sua amata e al piccolo nato dal loro breve matrimonio:
Un bel d vedremo
Levarsi un fil di fumo sull'estremo
Confin del mare
E poi la nave appare
Poi la nave bianca
Entra nel porto, romba il suo saluto
Vedi? È venuto
Io non gli scendo incontro Io no.
Mi metto là
Sul ciglio del colle e aspetto
E aspetto gran tempo
E non mi pesa la lunga attesa
E uscito dalla folla cittadina
Un uomo, un picciol punto
S'avvia per la collina
Chi sarà? Chi sarà?
E come sarà giunto
Che dirà? Che dirà?
Chiamerà Butterfly dalla lontana
Io senza dar risposta
Me ne starò nascosta
Un po' per celia, e un po' per non morire
Al primo incontro, ed egli alquanto in pena
Chiamerà, chiamerà
Piccina-mogliettina
Olezzo di verbena
I nomi che mi dava al suo venire
Tutto questo avverà, te lo prometto
Tienti la tua paura
Io con sicura fede lo aspetto
Chi volesse vedere Madama Butterfly, può trovarla in edizione integrale su MLOL.
Chiudiamo questa breve carrellata dei personaggi più famosi dell'opera di Puccini, con Turandot (1924). A Pechino, al tempo delle favole, vive Turandot, bellissima principessa dal cuore di ghiaccio. Molti principi chiedono la sua mano, ma la principessa sottopone tutti ad una terribile prova: se non risolvono tre enigmi difficilissimi, il boia taglia loro la testa. Ma Il principe Calaf, figlio del re dei Tartari, vuole tentare lo stesso la sorte. Riesce, ma nasconde il suo vero nome e chiede a Turandot di indovinarlo e accetta di morire se ci riesce. Ma Turandot si innamora di lui. Davanti all’imperatore suo padre e alla folla esultante, Turandot dichiara che il nome dello straniero è ‘Amore’, e lo abbraccia.
Turandot, raccontata da Luigi Dal Cin (età di lettura: da 8 anni)
Abbiamo scelto il brano più famoso, tratto dal terzo atto, Nessun dorma:
La principessa Turandot dà ordine che quella notte a Pechino nessuno dorma: fa bussare ad ogni porta della città per chiedere a tutti il nome del principe straniero. Il principe aspetta con trepidazione che arrivi l’alba, fiducioso che alla fine il suo amore vincerà:
Nessun dorma! Nessun dorma!
Tu pure, o principessa,
nella tua fredda stanza
guardi le stelle che tremano d’amore
e di speranza!…
Ma il mio mistero è chiuso in me
Il nome mio nessun saprà, no, no
Sulla tua bocca lo dirò
Quando la luce splenderà
Ed il mio bacio scioglierà
Il silenzio che ti fa mia
(Il nome suo nessun saprà
E noi dovrem, ahimè, morir, morir)
Dilegua, o notte
Tramontate, stelle
Tramontate, stelle
All'alba vincerò
Vincerò
Vincerò
Tutta l'opera è disponibile in formato MP3 su MLOL.
Buona lettura e buon ascolto!